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Covid, ecco perché il Grinch non ruberà il Natale

Pubblicato 23.11.2021, 20:02
© Investing.com

Di Geoffrey Smith

Investing.com -- Un altro inverno, un’altra impennata di Covid in Europa … significano un altro lockdown ed un altro rallentamento economico?

La sensazione di déjà vu è forte, ma probabilmente non è preoccupante come sembra. Le società occidentali hanno sia i mezzi che, a quanto pare, la volontà di far sì che questa sia l’ultima volta che si porrà la questione. Un eventuale rallentamento dovuto alle misure per la salute pubblica nei prossimi mesi dovrebbe essere breve e superficiale.

È vero, le notizie a prima vista sono brutte. L’Austria è tornata in lockdown per un mese e i tassi di contagio in Germania sono il doppio rispetto ai livelli mai registrati. Negli ultimi sette giorni, il tasso medio di nuovi casi di Covid-19 è arrivato ad oltre 51.000. La situazione è la stessa nei Paesi Bassi e in Polonia.

La Germania è particolarmente preoccupante. Solitamente è il motore della crescita in Europa e qualunque nuovo lockdown nel paese avrebbe implicazioni maggiori per la zona euro in generale. Distratti dalle elezioni nazionali di settembre (come l’India all’inizio dell’anno), i policymaker sono rimasti indietro. Al nuovo governo di coalizione, ancora da confermare, manca l’autorità di agire con decisione.

Centinaia di milioni di vaccinati nel continente sono rimasti sconvolti nello scoprire che le loro azioni non sono riuscite ad impedire la minaccia di lockdown di massa per evitare una saturazione dei servizi sanitari. In parte, questo è successo perché le previsioni dei funzionari all’inizio dell’anno erano state troppo ottimistiche.

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“La Delta ha cambiato molte cose circa il livello di vaccinazione e di contagi naturali necessario per arrivare all’immunità di gregge”, ha spiegato Peter Piot, virologo consulente della Commissione Europea, al quotidiano greco Kathimerini in un’intervista pubblicata lunedì. “La percentuale è ora salita forse a circa il 90%, quando all’inizio ci aspettavamo che fosse pari al 70%”.

La maggioranza (circa il 70% della popolazione europea ha completato il ciclo di vaccinazione) ha trovato un nuovo bersaglio da accusare: la minoranza composta da chi ha rifiutato di vaccinarsi. I dati suggeriscono che hanno ragione: i tassi di contagio sono più alti nei paesi in cui il tasso di vaccinazione è più basso, in Europa centrale ed orientale.

I tassi di contagio sono notevolmente inferiori in Irlanda, Spagna e Portogallo, che vantano un tasso di vaccinazione fino al 92%, ed in Italia e Francia, dove il governo si è fatto meno scrupoli rispetto alla Germania circa la sospensione temporanea dei diritti individuali per convincere la gente a vaccinarsi. L’Austria ha ordinato il primo obbligo di vaccinazione nazionale. Non sarà l’ultimo probabilmente.

La crescente intolleranza, sia tra i policymaker che la popolazione in generale, nei confronti di coloro che sono ancora restii alla vaccinazione lunedì è stata sintetizzata da Jens Spahn, ministro della salute del governo uscente di centrodestra in Germania, con questo avvertimento: “Entro la fine di questo inverno, quasi tutti in Germania probabilmente saranno vaccinati, ricoverati o morti”.

Il messaggio è chiaro: nessuno vuole mettere in pausa la vita ancora una volta per andare incontro alle persone che non vogliono proteggersi dal Covid. Tutto ciò apre la strada ad una sequenza di eventi sempre più divisiva, come hanno dimostrato chiaramente le manifestazioni nel weekend contro nuovi lockdown in Europa.

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Fortunatamente, c’è ragione di pensare che le cose non si metteranno tanto male. Innanzitutto, tutte le ondate di Covid hanno una fine e, nell’Europa dell’est, la prima colpita dalla variante delta, il numero di nuovi casi è già chiaramente in calo. Secondariamente, le dosi di richiamo offrono una difesa semplice ed efficace contro una delle maggiori cause di questa ondata: la riduzione dell’immunità creata dalla prima ondata di vaccinazione.

In terzo luogo, i regolatori europei molto probabilmente approveranno la vaccinazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni la prossima settimana, chiudendo un altro importante canale di trasmissione e garantendo l’apertura delle scuole. Quarto, una o più delle pillole virali sviluppate da Merck (NYSE:MRK), Pfizer (NYSE:PFE) e Regeneron (NASDAQ:REGN) (e altre in via di sviluppo) probabilmente saranno tutte approvate “ben prima della primavera”, secondo Piot.

Il Regno Unito, che ha già abbandonato la maggior parte delle restrizioni sul distanziamento sociale in estate ed ha visto i contagi raggiungere un plateau anziché schizzare, ha già approvato il farmaco di Merck, il molnupravir. I regolatori UE sperano di approvarlo entro fine anno.

Infine, ovviamente, l’economia europea ha già imparato a gestire il Covid-19. Da pratiche di lavoro flessibili a shopping online e distanziamento sociale, gli ostacoli maggiori sono già stati superati. A meno che non arrivi qualche disastro imprevisto, il "Grinch-Covid" non ruberà questo Natale.

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