Le principali banche d’affari Usa vedono sempre meno probabile una recessione negli Stati Uniti. I bilanci sono solidi, come confermano le trimestrali, e la stretta monetaria è quasi al termine
La recessione negli Stati Uniti è meno probabile. Dopo Goldman Sachs (NYSE:GS), anche Morgan Stanley (NYSE:MS) ritiene che le probabilità siano basse. “Avevo detto che le probabilità di una recessione erano basse, e se ci fosse stata, avevo l’impressione che sarebbe stata contenuta e breve”, ha commentato l’amministratore delegato di Morgan Stanley, James Gorman, in un’intervista a Class Cncb, dopo i risultati della trimestrale che batte le attese, con un utile netto a 2,18 miliardi di dollari. “Non importa se tecnicamente abbiamo una recessione, quello che conta è se c’è una recessione profonda, che cambia le prospettive dell’occupazione, e questo non sta succedendo”.
FED VERSO LA FINE DEI RIALZI
“Sono sicuro la Fed alzerà i tassi a fine luglio – ha proseguito il ceo di Morgan Stanley -. Lo farà poi di nuovo? Difficile sostenere il bisogno di altri aumenti dei tassi, sulla base dei dati recenti. Un taglio dei tassi quest’anno non ci sarà, bisognerà aspettare il prossimo anno”. Parlando dei bilanci delle banche, Gorman ha precisato che serve “molto stomaco per scommettere contro l’economia americana quando i bilanci delle banche sono forti e quando siamo alla fine del ciclo di strette. Di sicuro una recessione è meno probabile”...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge