Di Alessandro Albano
Investing.com - Il Ceo di Eni (MI:ENI) insieme al premier premier Mario Draghi, i ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani e degli Esteri Luigi Di Maio, sono attesi in giornata ad Algeri, Algeria, per stringere nuovi accordi sulle forniture di gas in previsione del progressivo stop ai flussi di combustibili russi.
La delegazione italiana è in lavoro per garantire ulteriori 9 miliardi di metri cubi all’anno, a cui vanno aggiunti i 10 forniti dal Paese nordafricano ad Eni (MI:ENI) nel 2021 attraverso il gasdotto Transmed. Sul tavolo, dovrebbe esserci anche un patto tra i due Paesi per investimenti comuni delle rinnovabili i quali, secondo i collaboratori di Draghi, potrebbero liberare altri metri cubi di gas da portare in Italia.
L’Algeria è il secondo maggior fornitore italiano dopo i 29 miliardi di metri cubi importati da Mosca, e l'obiettivo del governo è quello di rendere il Nord Africa il polo principale per le importazioni di gas. Tuttavia, ci sono dei problemi. L'Algeria, infatti, è uno dei Paesi Onu che non ha votato a favore dell'estromissione della Russia dal Consiglio dei diritti umani insieme a Cina, Iran e Siria.
Ma se l'obiettivo principale è quello di sopperire al gas russo nel minor tempo possibile, è probabile che il governo italiano dovrà passare sopra a questioni delicate, visto che i Paesi dove si estrae maggiormente il gas hanno rapporti molto stretti con Putin e non hanno ancora preso una posizione chiara contro l'invasione dell'Ucraina.
Inoltre, l'Algeria sta affrontando una delicata situazione interna che vede un costante aumento della domanda e un'offerta che non sempre riesce a tenere il passo, come dichiarato pochi giorni fa da Sonatrach. L'utility pubblica algerina ha solo "solo alcuni miliardi di metri cubi addizionali" a disposizione ad aprile, per questo ha incrementato l’esplorazione di gas naturale con l’obiettivo "di raddoppiare la capacità in quattro anni".
Tuttavia, secondo quanto affermato dal ministro Cingolani la scorsa settimana, grazie "al lavoro di diversificazione delle fonti", l'Italia sarà indipendente dal gas russo "in 24-36 mesi". "In atto c'è una strategia molto complessa da portare avanti di diversificazione però tutti convergono su quelle linee oggi praticabili", ha dichiarato il ministro, precisando che ci sono "anche i cinque gasdotti attuali, due che provengono da nord, due dall’Africa e uno da est".
L’Italia sta trattando per le nuove forniture con "Paesi più piccoli e su cui l'Italia ha una tradizione di buoni rapporti ma anche di peso che è ben diverso di quello che l'Italia può avere verso la Russia". Intanto, con il gas europeo Dutch TTF oggi a 108 euro per MWh, non ci sono ancora piani per un aumento della produzione di gas o di rigassificatori sul territorio italiano, ma solo un aumento delle importazioni dall'estero come quelle (più costose) statunitensi.