Di Laura Sanchez
Investing.com - Mercati azionari in profondo rosso questo giovedì, con il Nasdaq in calo del 28% da inizio gennaio. In Europa, lo Stoxx 600 sta perdendo il 2,2%, mentre i future S&P 500 sono in ribasso dell'1,5% sul -4% della vigilia.
Secondo gli operatori. la principale preoccupazione riguarda la prospettiva di recessione e gli effetti sull'economia dell'aumento dei tassi della Fed, dopo che Powell ha insistito che la banca centrale aumenterà i tassi d'interesse di 50 punti base negli incontri di giugno e luglio.
Solo due mesi fa, le probabilità di una recessione americana previste Morgan Stanley (NYSE:MS) erano pari al 5%, ora la banca d'affari americana stima che la possibilità di una contrazione dell'economia statunitense sia del 27% nei prossimi 12 mesi.
Ma MS non è la sola a condividere questa view non proprio ottimistica. Secondo il CEO di Goldman Sachs (NYSE:GS), David Solomon, esiste "una probabilità di una recessione del 30% nei prossimi 12-24 mesi".
Nelle interviste rilasciate a Bloomberg e CNBC, Solomon ha avvertito che "c'è una ragionevole possibilità che a un certo punto avremo una recessione o avremo una crescita molto, molto lenta", e ha aggiunto che il recente "irrigidimento" delle condizioni economiche "era prevedibile visto l'aumento dell'inflazione e il rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve".
La domanda non è se ma per quanto
In una nota di ricerca, Andrew Lake, Head of Global Fixed Income di Mirabaud AM, scrive che "si può affermare che è in arrivo una recessione e che è la conseguenza di un errore di politica monetaria, come si può affermare che l'inflazione potrebbe raggiungere il suo picco e che assisteremo a un rallentamento, ma niente di più. La questione veramente importante non è se ci sarà una recessione, ma la sua durata e gravità. È questo che guiderà i mercati".
Secondo l'esperto, "ci sono sufficienti elementi per ritenere che nei prossimi 12 mesi inizieremo a vedere attenuarsi alcune delle pressioni inflazionistiche. Potremmo assistere a un indebolimento della domanda dei consumatori a causa dell'inflazione, oppure a una riduzione dei margini aziendali e quindi della redditività a causa dell'aumento dei costi di produzione. In ultima analisi questo porterà a una razionalizzazione dei costi, che implicherà anche una riduzione dei posti di lavoro".
Guardando avanti, secondo il manager il dollaro USA continuerà ad essere forte rispetto all'euro e ad altre valute, mentre l'Europa continuerà "ad essere vulnerabile al conflitto in Ucraina, a causa della militarizzazione della questione energetica". Di conseguenza - aggiunge Andrew Lake - "la volatilità dei mercati continuerà ad essere elevata".
"L'inflazione potrebbe rimanere elevata e persistente per un po' più di tempo del previsto, alimentando le aspettative che i tassi d'interesse continuino a salire nel breve termine. Riteniamo che si stia sopravvalutando il numero di rialzi dei tassi e che quindi si stia iniziando a vedere valore in alcune aree del reddito fisso", conclude il responsabile del reddito fisso di Mirabaud.