Maïa Ferrand e Mohadeseh Abdullahi, a 50 anni dal famoso editoriale del premio Nobel sul New York Times, rileggono con una luce diversa le sue parole sul rapporto tra azienda e comunità
Poco più di 50 anni fa compariva sul New York Times un editoriale firmato da Milton Friedman, padre della teoria monetaria e premio Nobel, da molti considerato il “padre involontario” delle società per azioni. Come spesso accade, la cultura popolare ha semplificato il messaggio, molto più complesso, dello studioso. Così, la dottrina di Friedman è diventata la società per azioni dove “l’avidità è un bene”.
FALSO MITO
Maïa Ferrand, Co-Head of External Multimanagement e Mohadeseh Abdullahi, Investment Analyst, Impact Investments, entrambi di Candriam, provano a sfatare questo “falso mito” per arrivare alla conclusione che lo “Zio Milty” possa invece essere considerato un precursore dell’impact investing. Milton Friedman è stato consulente del presidente americano Ronald Reagan e del primo ministro britannico Margaret Thatcher. Spesso le sue teorie sono state la base per dichiarare, senza mezze misure, che le aziende che spendono i propri soldi per iniziative di beneficienza rubano profitti ai veri proprietari, ossia gli azionisti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge