Verso il primo rialzo dei tassi a marzo, ma da Powell nessun’indicazione precisa sul drenaggio di liquidità che seguirà con il quantitative tightening. Il rendimento del Treasury torna sopra l’1,8% e S&P 500 e Dow Jones chiudono in rosso
Alla prima uscita del 2022 la Fed non ha riservato sorprese. Sia nel comunicato rilasciato dopo la due giorni del FOMC che nella conferenza stampa del chairman Jay Powell tutto come da copione, recitato in modo abbastanza soft: indicazione di un primo rialzo dei tassi a marzo, quando si concluderanno gli acquisti di titoli, per lasciare il passo successivamente al cosiddetto ‘quantitative tightnening’, vale a dire che non verranno più reinvestiti a scadenza i titoli accumulati in portafoglio, con l’effetto di drenare liquidità dal mercato anziché aggiungerla.
MESSAGGIO SOFT E VAGO
Wall Street ha reagito inizialmente in modo positivo, consolidando il rialzo dei principali indici, ma poi ha invertito la rotta finendo in rosso, con l’eccezione del Nasdaq, sull’onda di un mercato dei Treasury che ha visto il rendimento del decennale riportarsi con decisione sopra l’1,8%. Forse il messaggio della banca centrale americana è stato troppo soft e troppo vago, ed è mancato soprattutto un saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione, con Powell che si è limitato a citare le pressioni sul fronte salariale senza però fornire stime temporali o quantitative sulla dinamica dei prezzi...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge