Investing.com - I dati sull’inflazione provenienti dagli Stati Uniti, dall’Eurozona e dal Giappone saranno al centro dell’attenzione questa settimana. Anche lo stato di salute del settore manifatturiero cinese sarà sotto i riflettori, mentre i timori sulla domanda potrebbero continuare a pesare sui prezzi del petrolio. Ecco cosa accadrà sui mercati nella prossima settimana.
- Dati sull’inflazione negli Stati Uniti
L’indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), previsto per venerdì sarà tenuto sotto stretta osservazione alla ricerca di indizi sulla direzione dei tassi di interesse per il resto dell’anno.
I dati giungono mentre i mercati si stanno rassegnando alla storia dei tassi di interesse più alti e più a lungo dopo i verbali della Fed della scorsa settimana, insieme alle osservazioni caute dei responsabili politici che hanno espresso il dubbio che l’inflazione sia effettivamente su una traiettoria affidabile verso il basso.
Gli investitori avranno inoltre la possibilità di ascoltare gli interventi di diversi membri della Fed durante la settimana, tra cui la governatrice Michelle Bowman, la presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester, la governatrice Lisa Cook, il presidente della Fed di New York John Williams e il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic.
Il calendario economico prevede anche la revisione dei dati economici sulla crescita del primo trimestre giovedì e il Libro beige della Fed mercoledì.
- Inflazione nella zona euro
La Banca Centrale Europea ha promesso di abbassare i tassi di interesse dal massimo storico del 4% nella prossimo vertice di giugno, ma resta da vedere quanto rapidamente li ridurrà dopo, soprattutto se i dati sull’inflazione in uscita venerdì mostreranno che le pressioni sui prezzi restano volatili.
Gli economisti si aspettano che l’inflazione dell’area dell’euro salga al 2,5% a maggio su base annua, dal 2,4% di aprile, mentre l’inflazione sottostante è vista ferma a 2,7%.
È improbabile che questo dato, da solo, possa dissuadere la BCE dal tagliare i tassi a giugno, ma alcuni funzionari si stanno già esprimendo contro la necessità di un ulteriore allentamento.
Il calendario economico del blocco prevede anche il sondaggio dell’Indice Ifo sul clima economico tedesco lunedì e quello sulle aspettative di inflazione della BCE di martedì.
- Dati del Giappone
I dati sull’inflazione di Tokyo di venerdì saranno tenuti sotto stretta osservazione per cercare di capire quando la Banca del Giappone potrebbe alzare i tassi.
I dati precedono di due settimane il prossimo vertice di politica monetaria della BOJ, in cui alcuni scommettono che la banca centrale potrebbe effettuare il suo secondo rialzo dei tassi dopo la storica mossa di marzo.
I responsabili politici stanno affrontando una crescente pressione per un rialzo dei tassi a causa della continua debolezza dello yen, che danneggia i consumi gonfiando il costo delle importazioni di materie prime.
Sempre venerdì, il Ministero delle Finanze pubblicherà i dati sugli interventi, che riguardano le recenti tornate di interventi sospetti e il programma di acquisto di obbligazioni della BOJ, in cui i trader si guarderanno bene dal tagliare l’ammontare degli acquisti della banca centrale.
- Attività della Cina
Lunedì la Cina pubblicherà i dati sui profitti industriali per l’anno in corso, con gli osservatori del mercato desiderosi di vedere se i profitti sono rimbalzati ad aprile dopo il forte calo del mese precedente che ha fatto rallentare il ritmo dei guadagni per i primi tre mesi al 4,3%.
Venerdì la Cina pubblicherà i dati ufficiali sull’indice PMI manifatturiero e non manifatturiero. Gli economisti si aspettano che a maggio l’indice manifatturiero rimanga per il terzo mese appena al di sopra della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione.
Pechino ha fissato un ambizioso obiettivo di crescita economica di circa il 5% per quest’anno, che secondo molti analisti sarà difficile da raggiungere, poiché la prolungata debolezza del settore immobiliare e la tiepida domanda dei consumatori continuano a frenare la seconda economia mondiale.
5. Prezzi del petrolio
I prezzi del petrolio sono saliti di circa l’1% venerdì, ma hanno registrato una perdita settimanale per il timore che i forti dati economici statunitensi mantengano i tassi di interesse elevati per un periodo più lungo, frenando la domanda di carburante.
Il petrolio Brent ha chiuso la settimana in calo del 2,1%. La scorsa settimana ha registrato quattro sedute consecutive di ribasso, la serie di perdite più lunga dal 2 gennaio. Il greggio WTI ha chiuso la settimana in ribasso del 2,8%.
L’aumento dei tassi di interesse aumenta il costo dei prestiti, il che può rallentare l’attività economica e ridurre la domanda di petrolio.
La domanda di petrolio è ancora robusta da un punto di vista più ampio, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley (NYSE:MS) in una nota, aggiungendo che prevedono un aumento del consumo totale di liquidi petroliferi di circa 1,5 milioni di barili al giorno quest’anno.
La debolezza della domanda di benzina negli Stati Uniti è stata compensata dalla domanda globale, che ha sorpreso al rialzo, soprattutto nella prima parte dell’anno, hanno detto gli analisti.
- Articolo realizzato con il contributo di Reuters