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Le cinque cose da seguire sui mercati questa settimana

Pubblicato 07.08.2022, 14:06
Aggiornato 07.08.2022, 13:45
© Reuters

Di Noreen Burke

Investing.com – I dati di mercoledì sull’inflazione USA saranno i dati più attesi della settimana, dopo il report di venerdì sull’occupazione che ha schiacciato le speranze di un rallentamento nell’aumento dei tassi da parte della Fed. Eventuali segnali di un non raggiungimento del picco dell’inflazione potrebbero mettere alla prova il rally recente dei mercati azionari USA. Intanto, la stagione degli utili volge al termine ed i dati di venerdì sul PIL britannico potrebbero indicare l’inizio di una contrazione dopo che la Banca d’Inghilterra ha segnalato che il Regno Unito potrebbe essere davanti a oltre un anno di recessione. Ecco gli eventi da seguire questa settimana.

  1. Dati sull’inflazione USA

L’inflazione ha deluso per mesi le aspettative di un calo, restando a livelli superiori di oltre tre volte l’obiettivo della Fed del 2%.

L’attenzione degli investitori sarà concentrata sui dati IPC, con gli economisti che prevedono un moderamento del tasso di inflazione all’8,7% a luglio dal 9,1% di giugno, l’aumento maggiore dal 1981.

Ma per l’IPC core si prevede un aumento mensile dello 0,5%, portando il tasso annuo al 6,1% dal 5,9% di giugno, sottolineando la difficoltà che incontra la Fed nel cercare di riportare l’inflazione in linea con il suo obiettivo.

I dati sull’IPP di luglio saranno rilasciati giovedì, insieme al report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, mentre l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan verrà pubblicato venerdì.

  1. Interventi dalla Fed

Il Presidente della Fed di Chicago Charles Evans, il Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari ed il Presidente della Fed di San Francisco Mary Daly rilasceranno delle attese dichiarazioni questa settimana.

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Per gli investitori è molto importante capire se la Fed alzerà i tassi di 75 punti base per la terza volta consecutiva o se ridurrà gli aumenti

La governatrice della Fed Michelle Bowman ha dichiarato sabato che la Fed dovrebbe considerare ulteriori aumenti da 75 punti base per riportare l’inflazione in linea con gli obiettivi.

  1. Rally azionario USA alla prova

Questa settimana il rally dell’azionario USA potrebbe essere messo a dura prova.

Gli indici S&P 500 e Nasdaq hanno chiuso il mese di luglio con i maggiori aumenti percentuali mensili dal 2020, spinti dalle speranze che la Fed possa moderare l’aggressività degli aumenti dei tassi nella lotta all’inflazione.

Eventuali segnali del mancato raggiungimento del picco potrebbero pesare sulle aspettative riguardanti il futuro andamento dei tassi ed il particolare sulla possibilità che la Fed riesca a fermare l’aumento dei tassi all’inizio del prossimo anno. Tutto ciò peserebbe sull’azionario.

  1. Utili

La stagione degli utili prosegue e finora i report hanno sorpreso gli investitori in positivo: ll 78% dei report ha superato le aspettative di Wall Street, secondo Reuters.

Questa settimana il titolo di spicco sarà Disney (NYSE:DIS), che rilascerà gli utili dopo la chiusura dei mercati di mercoledì. Tra gli altri nomi che rilasceranno i report nella settimana: Take-Two (NASDAQ:TTWO), Palantir (NYSE:PLTR), Wynn Resorts (NASDAQ:WYNN), Six Flags (NYSE:SIX), Norwegian Cruise Line (NYSE:NCLH) e Spirit Airlines (NYSE:SAVE).

  1. PIL britannico

Il Regno Unito rilascerà venerdì i dati sul PIL relativi al mese di giugno ed i dati sul secondo trimestre. La Banca d’Inghilterra la scorsa settimana ha dichiarato di aspettarsi una recessione di 15 mesi per l’economia britannica.

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La BoE ha previsto un picco per l’inflazione ad ottobre, al 13,3%, il massimo dal 1980, a causa dei rincari dei prezzi energetici dopo l’invasione russa dell’Ucraina e gli adeguamenti alla Brexit.

BoE ha alzato i tassi di interesse sei volte da dicembre.

  • Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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richiami di letteratura economica: lo stato delle cose ci ha portato a rivalutare il concetto di disoccupazione naturale USA: NAIRU non accelerating inflation rate of unemployment, tasso di disoccupazione al quale non c'è tendenza per l'inflazione a cambiare. Il concetto NAIRU è quanto di più complesso e variabile vi sia in economia perchè basato sull'economia comportamentale che risponde a contingenze storicamente determinate. Nel fine degli anni 90 cosi come per tutto il decennio precedente la grande recessione è stato stimato al 4 percento: il dato è stato poi confermato. Personalmente, benchè l'economia USA sia divenuta nel tempo sempre più dinamica, non credo che ci si sia spostati molto da quel livello. Una disoccupazione sotto il tasso NAIRU è dirompente per l'inflazione. Ma a prescindere il problema della domanda, il vero problema è che siamo dinanzi a processi economici tutti estremamente inflattivi, di lunga ed imprevedibile evoluzione, come la guerra stessa.
il gioco è veramente pericoloso quanto assurdo; con una disoccupazione in continuo calo ben oltre l'occupazione naturale viene del tutto possibile riassorbire quel tendenziale di inflazione anche con una politica monetaria neutrale, figurarsi con una politica monetaria ancora espansiva: perchè inutile illuderci, Powell potrà anche buttare un poco di fumo negli occhi al mondo con il rialzo dei tassi, ma l'illusione finanziaria durerà molto poco finchè non deciderà di buttare sul mercato i titoli che ha in portafoglio. Powell ormai non ha più credibilità e credo che la comunità finanziaria dovrebbe slegarsi dalle sue parole. Io credo che i mercati giochino su due illusioni finanziarie: sanno bene lo stato della situazione ma con la scusa della parole di Powell cercano di lucrare sull'ignoranza dei piccoli operatori. Sarei curioso di sapere chi sta comprando in questi giorni?! Come sempre l'oggettività dei dati rimetterà le cose a posto.
Guardate che è bastato vedere cosa è successo venerdì con i dati al DOPPIO delle attese sulle nuove buste paga e mercato che sale lo stesso come se non ci fosse un domani che sino a quando non verrà davvero diminuito il QE questi discorsi lasciano tutti il tempo che trovano. Inflazione al 9, recessione tecnica, trimestrali pessime e profit warning come se piovesse e si sale. I dati al momento contano poco. Sono tutti dati incompatibili con la salirà del 13 per cento in due settimane di un indice. Se non fosse che.. A novembre ci sono le elezioni mid term e il QT viene rimandato di mese in mese continuando a immettere liquidità per tenere su l's&p. Jerome si è dimostrato succube della politica e incapace dal primo giorno. È impossibile capire anche solo cosa abbia in testa ora.
Dovresti scrivere un libro
alcuni dati da lei non sono corretti, ma nella sostanza il ragionamento fila; Powell, ai miei occhi ha perso completamente credibilità: prima con le sue gravissime, sconsiderate farneticazioni sull'inflazione transitoria, quando era del tutto evidente che il trend era un trend secolare; adesso con le sue dichiarazioni circa il fatto che la politica monetaria FED nei prossimi mesi sarà meno restrittiva: sono dichiarazioni incoerenti con la credibilità che dovrebbe avere un governatore della più grande banca centrale del mondo: in certi frangenti serve cautela. Più si rimanda la stretta, e più sarà doloroso rimarginare. In queste occasioni io sono per togliere il dente subito, inutile aspetta che l'inflazione si propaghi.
Ottimo senza emozioni e neutro non di parte
difficile essere di parte quando si riportano dati oggettivi.
Interessante e molto esaustivo.
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