Nonostante la recessione di inizio anno, il Giappone è sulla strada di una solida ripresa. Il prossimo indizio potrebbe arrivare dal record del Topix: significherebbe che è in atto una ripresa su larga scala
Lo scorso 22 febbraio, dopo 34 anni, l’indice Nikkei 225 ha prolungato il suo rally e ha finalmente segnato un nuovo record dal dicembre 1989. Dopo l’entusiasmo iniziale si sono susseguite una serie di domande sulla possibilità di essere vicini ai livelli tipici di una bolla, ricordando soprattutto quanto accaduto l’ultima volta. Per Emily Badger, Portfolio Manager del team Japan CoreAlpha di Man Group, la risposta è negativa.
LE DIFFERENZE CON LA BOLLA DI FINE ANNI ’80
“Il contrasto tra la situazione generale e le valutazioni durante la bolla di fine anni ’80 e il contesto attuale non potrebbe essere più netto – spiega – Nel 1989 il boom del mercato ha portato il Giappone a rappresentare il 37% delle azioni globali per capitalizzazione di mercato. Il Nikkei 225 era scambiato a 60 volte gli utili nei 12 mesi precedenti e aveva un rapporto prezzo/valore contabile di oltre 8 volte”. Nonostante il nuovo massimo e un aumento di quasi il 17% dall’inizio dell’anno, oggi il Nikkei 225 scambia a circa 16 volte il suo rapporto prezzo/utili, due volte il suo rapporto prezzo/valore contabile, e il 37% delle società incluse nell’indice Nikkei 225 ha un prezzo di mercato inferiore al suo valore contabile...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge