Investing.com - Il prezzo dell’oro resta sopra il livello dei 1.200 dollari questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato che il tasso dell’occupazione non agricola è salito meno del previsto a novembre.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgono dello 0,41% o di 4,90 dollari, a 1.204,30 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea.
Ieri i prezzi Comex sono scesi di 18,70 dollari, o dell’1,54%, a 1.199,40 dollari l’oncia. I prezzi hanno toccato 1.141,70 dollari il 1° dicembre, dopo che gli elettori elvetici hanno respinto la proposta di aumentare le riserve auree della SNB.
Supporto a 1.141,70 minimo del 1° dicembre e resistenza a 1.221,00, massimo del 1° dicembre.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo sono saliti di 1,2 centesimi, o dello 0,07%, a 16,46 dollari l’oncia troy. Il 1° dicembre i prezzi hanno toccato ieri 14,42 dollari, un livello che non si registrava dall’agosto 2009.
Oggi l’azienda di elaborazione buste paga ADP ha dichiarato che l’occupazione non agricola privata ha mostrato un aumento di 208.000 nuovi posti di lavoro a novembre, contro le aspettative di un aumento di 223.000 unità.
L’economia ad ottobre ha creato 233.000 nuovi posti di lavoro, dati rivisti al rialzo dai dati precedentemente riportati di 230.000.
Sebbene i dati non siano considerati molto fedeli al report sull’occupazione previsto per venerdì, il report ADP offre indicazioni sull’occupazione nel settore privato.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è a quota 88,90, il massimo dal marzo 2009.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
L’euro resta sotto pressione con gli investitori che attendono l’esito del vertice della BCE, nelle crescenti aspettative verso nuove misure di stimolo a sostegno della crescita e dell’inflazione nella zona euro.
Il prezzo dell’oro resterà vulnerabile a breve termine per via dei segnali di miglioramento della ripresa economica statunitense che potrebbero spingere la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse prima e più velocemente del previsto.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sul prezzo dell’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento in condizioni di tassi elevati.
Il rame con consegna a marzo è sceso di 1,8 centesimi, o dello 0,62%, a 2,874 dollari la libbra, nei timori per lo stato di salute dell’economia cinese.
I dati sull’attività manifatturiera cinese rilasciati ieri hanno mostrato un rallentamento della seconda economia mondiale.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale, ed ha rappresentato il 40% del consumo mondiale lo scorso anno.