MILANO (Reuters) - Alla luce dell'accordo odierno sul nucleare in Iran, che porterà alla progressiva eliminazione delle sanzioni, Eni prenderebbe in considerazione di tornare a investire nel Paese.
E' quanto dice un portavoce della major petrolifera italiana.
"L'accordo odierno è una importante pietra miliare. Qualora le sanzioni dovessere essere tolte e il governo iraniano presenti uno schema contrattuale più favorevole in linea con gli standard internazionali, Eni prenderà in considerazione di investire ancora nel Paese", dice il portavoce.
In una recente intervista a un quotidiano, l'AD Claudio Descalzi ha detto che "entro fine anno Teheran potrebbe proporre una nuova forma di contratti, più simile agli standard internazionali e meno penalizzante per gli operatori e le major petrolifere. Se Teheran fa questo passo, e credo che ne abbia l'interesse, potrebbe essere la svolta".
La major italiana può vantare una presenza storica in Iran sin dal 1955. Al momento l'attività è limitata al recupero degli investimenti sostenuti in passato nei giacimenti South Pars 4 e 5 nell'offshore del Golfo Persico (Eni operatore, 60%) e Darquin (Eni operatore, 60%) nell'onshore.
La produzione di petrolio e condensati in quota Eni in Iran è stata di 35 e 21.000 barili di olio al giorno, rispettivamente nel 2009 e 2010. Le attività di esplorazione e produzione di Eni nel Paese erano regolate da contratti di buy-back. E sono proprio questi tipi di contratti che non vanno a genio alle compagnie petrolifere mondiali perché considerati poco profittevoli.
(Giancarlo Navach)