(Reuters) - Le borse asiatiche si sono mosse all'unisono in terreno negativo trascinate al ribasso dai mercati cinesi con Shanghai che, dopo il -6% di ieri, ha superato in corso di seduta -3%, per poi attenuare le perdite e passare in territorio positivo.
L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,28% cede lo 0,13%. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso in calo dell'1,61%.
Shanghai ha trascinato i mercati asiatici al ribasso dopo aver aperto in negativo a -2,7% per poi rimbalzare; debole la Borsa di Hong Kong con Prada in calo dell0,8%.
Tutti i comparti azionari cinesi sono finiti sotto pressione nel corso della seduta, depressi dalle preoccupazioni per la debolezza della moneta cinese e per la capacità del governo di sostenere i mercati finanziari: "Il mercato segue la sua tendenza, il governo non ha soldi sufficienti per acquistare titoli" e sostenere i corsi dice Samuel Chien, partner dell'hedge fund Shanghai Boom Trend Investment Management Co.
Sono state vendute soprattutto le azioni delle società partecipate dallo Stato e i titoli di quelle esposte al rischio di cambio.
In Thailandia la banca centrale ha detto che continuerà a monitorare l'andamento economico e gli effetti dell'esplosione dell'altro ieri a Bangkok sulle aspettative degli investitori, ma ha anche ricordato che la politica monetaria è già accomodante.
Seul ha chiuso sfiorando una perdita dell'1%.
Si muove in controtendenza la borsa australiana che guadagna oltre un punto percentuale spinta al rialzo dalle aspettative di guadagno dopo i minimi toccati dalla settimana scorsa. Il traino è venuto soprattutto dai titoli bancari e da quelli delle società che operano nel settore delle materie prime.