Investing.com - La sterlina mantiene i guadagni contro il dollaro questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato che la produzione industriale britannica ha segnato una ripresa a gennaio, dopo il crollo del mese precedente.
Il cambio EUR/USD sale al massimo di 1,4238 per poi attestarsi a 1,4228 da circa 1,4224 segnato precedentemente.
Nel report dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico si legge che la produzione industriale è salita dello 0,3% a gennaio, dopo il calo dell’1,1% di dicembre. Gli economisti avevano previsto un aumento dello 0,5%.
La produzione industriale è cresciuta dello 0,2% a gennaio rispetto allo scorso anno, in linea con le aspettative.
La produzione manifatturiera è cresciuta dello 0,7% dopo il calo dello 0,3% di dicembre, il primo aumento in quattro mesi, contro le previsioni di un incremento dello 0,2%.
Rispetto all’anno precedente, la produzione manifatturiera è scesa dello 0,1%, meno del calo dello 0,7% previsto.
La sterlina resta sotto pressione in un clima di incertezza per l’esito del referendum del 23 giugno con cui il Regno Unito sceglierà se continuare a far parte o meno dell’Unione Europea.
Ieri, il Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha dichiarato che l’uscita dall’UE potrebbe pesare sull’economia britannica.
Secondo Carney, alcune banche potrebbero lasciare il paese e ci potrebbero essere conseguenze negative anche per le spese dei consumatori ed i prezzi delle case.
Dai sondaggi emerge che gli elettori sono divisi.
La sterlina sale contro un euro più debole, con la coppia EUR/GBP giù dello 0,53% a 0,7705.
Sulla moneta unica pesano le aspettative che la Banca Centrale Europea questa settimana possa allentare la politica monetaria.
Domani, a conclusione della revisione della politica monetaria, la BCE dovrebbe tagliare i tassi portandoli ulteriormente in territorio negativo.
Si prevede inoltre che la banca aumenti il programma di acquisti di asset per contenere i persistenti livelli bassi di inflazione nella zona euro.
La BCE ha già tagliato il tasso di deposito a -0,3% e sta immettendo 60 miliardi di euro al mese nell’economia attraverso gli acquisti di asset.