Di Geoffrey Smith
Investing.com - I mercati azionari europei sono in modesto rialzo dopo i primi scambi di questo mercoledì, accontentandosi di segnare il passo in attesa della decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve, che arriverà solo dopo la chiusura in Europa.
Il sentimento è stato incoraggiato dal parziale calo del prezzo del greggio dopo che l’Arabia Saudita ha reso noto che produrrà a pieno ritmo entro la fine del mese. E questo rimuove una fonte di rischio dai mercati azionari europei, dato l’impatto negativo sulla domanda in una regione che è una grande importatrice di petrolio e gas.
Ma anche così i titoli di greggio e gas continuano ad attirare offerte.
Il Brent è ancora scambiato ben al di sopra del livello di 60 dollari di cui la maggior parte dei colossi europei ha bisogno per coprire le proprie necessità di investimento e gli obblighi dei dividendi. Di conseguenza, si aggiunge un altro livello di certezza ai rendimenti relativamente alti offerti dalla maggior parte di loro.
In base ai dati compilati da Investing.com, i giganti del greggio e del gas europei al momento sono scambiati con i seguenti rendimenti dei dividendi:
REP |
6,41% |
|
Royal Dutch Shell (LON:RDSa) Class A |
RDSa |
6,29% |
BP (LON:BP) PLC |
BP (LON:BP).L |
6,13% |
ENI (MI: ENI (MI:ENI)) |
ENI (MI:ENI).MI |
5,87% |
Total SA (PA:TOTF) |
TOTF.PA |
5,48% |
Equinor ASA |
EQNR.OL |
4,82% |
Stabili flussi di cassa per le compagnie petrolifere ovviamente sono di solito una cattiva notizia per i loro clienti. Così, Deutsche Post (DE:DPWGn), proprietaria di DHL, segna la performance peggiore sull’indice tedesco DAX questa mattina, con un crollo del 2,0% dopo il profit warning della rivale FedEx nel pomeriggio newyorkese di ieri. Il gruppo di logistica elvetico Kuehne & Nagel (SIX:KNIN) segna un crollo del 2,4%, mentre la britannica Royal Mail (LON:RMG) riesce a scampare ai danni collaterali, salendo dello 0,6% alle 5 ET.
L’indice di riferimento STOXX 600 sale di meno dello 0,1% a 389,54, mentre il britannico FTSE 100 va su dello 0,2% e l’italiano FTSE MIB è in testa con +0,5%, in ripresa dal calo di ieri. Sugli asset italiani pesa la decisione dell’ex Primo Ministro Matteo Renzi di dividersi dal Partito Democratico insieme ad una serie di alleati. Tuttavia, il gruppo supporterà ancora la nuova coalizione di governo. Allo stesso modo, l’indice spagnolo Future IBEX 35 sale dello 0,1%, lasciandosi alle spalle la prospettiva di un’ennesima elezione dopo che il re Felipe ha sciolto il governo di minoranza di sinistra di Pedro Sanchez.
“I mercati concordano nel dire che non sia niente di che”, scrive su Twitter l’analista di Capital Economics Angel Talavera. “(L’)economia continua ad essere molto più dipendente da fattori esterni nonché dalla posizione nel ciclo piuttosto che da chi è al comando a Madrid”.