Investing.com - Il dollaro sale al massimo di due settimane contro il paniere delle altre principali valute questo giovedì, la propensione al rischio è migliorata nell’ottimismo per la riforma fiscale USA e tra i segnali di un rafforzamento del mercato del lavoro.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,12% a 93,63 alle 03:40 ET (08:40 GMT), il massimo dal 22 novembre.
Il dollaro guadagna terreno contro lo yen, con la coppia USD/JPY su dello 0,29% a 112,59, staccandosi dal minimo del giorno precedente di 112,37.
Il dollaro scende contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, ieri quando il Presidente USA Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, nonostante gli avvertimenti che potrebbe infiammare le tensioni in Medio Oriente.
Il dollaro resta supportato nelle speranze che il Congresso USA possa presto approvare la legge sulla riforma delle tasse che darà all’economia una spinta fiscale.
I Repubblicani al Senato hanno accettato di trattare con la Camera dei Rappresentanti per conciliare le due versioni sulla legge ieri, alimentando le speranze che i legislatori possano trovare un accordo sulla proposta di legge finale prima della scadenza da loro fissata del 22 dicembre.
I dati positivi di ieri sull’occupazione nel settore privato USA hanno contribuito a supportare il biglietto verde.
L’euro è stabile, con la coppia EUR/USD a 1,1795, poco più del minimo di due settimane di 1,1779 toccato nella notte.
La sterlina è vicina al minimo di una settimana, con il cambio GBP/USD giù dello 0,13% a 1,3379 nei timori che l’accordo sulla Brexit possa non venire raggiunto prima del summit dell’Unione Europea della prossima settimana.
Il dollaro australiano è debole, con il cambio AUD/USD giù dello 0,5% a 0,7524.
Il dollaro neozelandese segue al ribasso il cugino australiano, con la coppia NZD/USD in calo dello 0,61% a 0,6840 nonostante i dati nella notte che hanno mostrato che i prezzi delle case nazionali sono schizzati del 6,4% a novembre.