Investing.com - I mercati del Forex aprono la settimana sottotono in Europa, con le principali valute europee pressoché invariate in vista di una settimana cruciale per la Brexit, mentre il dollaro si mantiene stabile in attesa di notizie su un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.
L’Unione Europea dovrà decidere durante il summit di mercoledì se rinviare la data di scadenza per l’uscita del Regno Unito oltre venerdì.
Secondo le aspettative, l’UE offrirà un qualche tipo di proroga, almeno per evitare l’innesco di una Brexit senza accordo che sconvolgerebbe l’economia irlandese. Ma il Presidente francese Emmanuel Macron ha reso noto di volere delle condizioni politiche severe per una proroga, per assicurarsi che il Regno Unito non sconvolga l’agenda UE mentre si prepara all’uscita.
Alle 04:20 ET (08:20 GMT), la sterlina si attesta a 1,3050 dollari, su dello 0,1% dalla chiusura di venerdì in Europa, mentre è scambiata a 1,1627 contro l’euro, invariata. L’euro si attesta a 1,1225 dollari, non molto al di sopra dei minimi della scorsa settimana, indifferente ai dati commerciali tedeschi più deboli del previsto che hanno chiuso un febbraio misero per la principale economia della zona euro.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 96,910, supportato da un report sull’occupazione USA positivo di venerdì che ha mostrato una forte ripresa dell’occupazione ed un modesto ribasso dell’inflazione dei compensi.
Il report ha alimentato le aspettative che la Federal Reserve non alzi i tassi di interesse quest’anno e che possa persino tagliarli, soprattutto per via delle crescenti pressioni politiche da parte del Presidente Donald Trump.
Tuttavia, c’è chi pensa che sia esagerato prevedere un taglio dei tassi.
“I dati dagli Stati Uniti sono abbastanza rassicuranti”, ha riferito a Bloomberg TV Isabelle Mateos y Lago, a capo delle strategie multi-asset di Blackrock Investment Institute. Ha aggiunto che, secondo lei, la Fed resterà “in pausa fino ad almeno la fine dell’anno”.
Intanto, la lira turca resta sotto pressione tra i segnali di crescenti tensioni tra il paese e gli Stati Uniti per la decisione di comprare sistemi di difesa aerei dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno reagito bloccando le consegne di attrezzature legate all’ordinativo di F-35 da parte di Ankara.