Investing.com - Il dollaro è stabile contro le altre principali valute questo giovedì, dopo il rilascio dei dati statunitensi sull’occupazione; ieri i verbali del vertice di politica monetaria della Federal Reserve hanno messo fine alle speculazioni su un aumento dei tassi a breve termine, l’attenzione ora si sposta ai dati di domani sull’occupazione non agricola.
Nel report del Dipartimento per il Lavoro USA si legge che il numero delle nuove richieste di disoccupazione nella settimana terminata il 2 luglio è sceso di 16.000 unità ad un dato destagionalizzato di 254.000 dal totale della settimana precedente di 270.000 unità, rivisto dalla precedente lettura di 268.000.
I dati hanno fatto seguito al report ADP di giugno che ha mostrato un aumento di 172.000 unità a giugno, superando le aspettative di un aumento di 159.000 e dopo l’aumento di 168.000 a maggio.
Il sentimento sul biglietto verde si è leggermente indebolito dopo che i verbali del vertice di politica monetaria di giugno della Fed pubblicati ieri hanno mostrato che la Federal Reserve ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati finché non sarà chiaro l’impatto della Brexit.
Il cambio GBP/USD è salito dello 0,51%, a 1,2996, staccandosi dal minimo di 31 anni di 1,2797.
La sterlina si è risollevata stamane, dopo che l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che la produzione manifatturiera è scesa dello 0,5% a maggio superando le aspettative di un calo dell’1,0%.
Nel report si legge, inoltre, che la produzione industriale britannica è scesa dello 0,5% a maggio, contro le previsioni di un calo dell’1%.
Ieri la sterlina è crollata al minimo di 31 anni contro il dollaro, poiché sono riemersi con forza i timori per gli effetti della Brexit sull’economia del paese.
Gli investitori attendono nei prossimi giorni il vertice di politica monetaria della BoE; la scorsa settimana Carney aveva segnalato che nel corso dell’estate potrebbe rendersi necessario un ulteriore stimolo, facendo così salire le aspettative di un possibile taglio dei tassi durante il vertice di agosto.
Il cambio EUR/USD è in sceso dello 0,21% a 1,1075, mentre il cambio EUR/GBP è in calo dello 0,72% a 0,8521, staccandosi dal massimo di 35 mesi di 0,8628.
I verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della BCE hanno mostrato che la Brexit potrebbe avere importanti ripercussioni sulla crescita della zona euro.
La banca centrale si è detta è pronta ad aumentare lo stimolo monetario se necessario, per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione di poco al di sotto del 2%.
Il cambio USD/JPY è in calo dello 0,22% a 101,10, mentre il cambio USD/CHF è salito dello 0,24% a 0,9772.
Stamane il Governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda ha dichiarato che la banca centrale è pronta ad aumentare lo stimolo monetario se necessario, per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2%; ha confermato inoltre la fiducia verso le previsioni di ripresa del paese, non facendo alcun riferimento alla questione Brexit.
Il dollaro australiano è in calo, con la coppia AUD/USD giù dello 0,17% a 0,75076, mentre il cambio NZD/USD è in salita dell’1,18% a 0,7214.
Gli investitori restano cauti con l’Aussie, dopo il downgrade di oggi di Standard and Poor's sulla tripla A credito Australiano da stabile a negativo.
Intanto, il cambio USD/CAD è in calo dello 0,19% a 1,2937.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 96,18.