Investing.com - Il dollaro mostra segni di modesta ripresa nei primi scambi di questo venerdì in Europa, tra i dati più deboli del previsto in Giappone ed il persistere dei timori di uno scontro tra USA ed Iran.
Tuttavia, il biglietto verde resta sotto pressione sulla scia delle dichiarazioni della Federal Reserve, che si è detta pronta a tagliare i tassi di interesse se l’economia statunitense dovesse rallentare.
Alle 03:00 ET (07:00 GMT), l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale di meno dello 0,1% a 96,67, dopo essere sceso nella notte al minimo di 95,998, minimo di tre mesi.
L’economia globale continua a dare segni di debolezza: la lettura preliminare dell’indice dei direttori acquisti di Markit relativo al mese di giugno per il settore manifatturiero nipponico è scesa a 49,5, registrando una contrazione per il terzo mese consecutivo. L’inflazione annua, intanto, è rimasta allo 0,7% a maggio.
Gli indici PMI flash per la zona euro e gli Stati Uniti saranno pubblicati nel corso della giornata.
Il dollaro è sceso al minimo di 14 mesi nella notte contro lo yen, sulla scia dell’abbattimento di un drone USA da parte dell’Iran. In base alle notizie, il Presidente USA Donald Trump avrebbe approvato attacchi contro strutture iraniane in risposta, prima di cambiare idea. Alle 3 ET, il cambio ha segnato una ripresa a 107,30.
In Europa, l’euro è scambiato al rialzo nonostante i leader dell’Unione Europea non siano riusciti a prendere una decisione riguardo al nuovo presidente della Commissione Europea durante l’ultimo summit. Questo insuccesso rende meno probabile anche una decisione rapida sul prossimo presidente della Banca Centrale Europea, data la tradizione del blocco di distribuire i principali ruoli tra i paesi membri. L’euro sale a 1,1288 dollari.
Stabile anche la sterlina, con i mercati che assimilano l’importanza degli ultimi sviluppi nella corsa alla leadership del partito Conservatore. I membri del partito hanno quattro settimane di tempo per scegliere tra Boris Johnson, che ha promesso di portare il Regno Unito fuori dall’UE senza accordo di transizione il 31 ottobre se l’Unione dovesse rifiutare di riaprire le trattative sull’accordo di divorzio proposto da Theresa May, e l’attuale Segretario degli Esteri Jeremy Hunt, che ha una posizione meno aggressiva sulla Brexit. La sterlina scende di meno dello 0,1% contro il dollaro a 1,2692.