Investing.com - Dollaro poco mosso negli scambi europei di questo giovedì, con il mercato apparentemente contento di attendere i dati sul PIL statunitense prima di prendere nuove posizioni.
Alle 08:55 CET, l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute delle economie avanzate, era sostanzialmente piatto a 101,39. I singoli cross non sono stati più entusiasmanti, con l’euro in aumento di meno dello 0,1% a 1.0964 dollari e la sterlina anch’essa in aumento di meno dello 0,1% a 1,2407 dollari.
Si prevede che l’economia statunitense abbia subito un rallentamento nell’ultimo trimestre dello scorso anno, a causa dell’elevata inflazione e dell’aumento dei costi di finanziamento che hanno intaccato la spesa dei consumatori. Tuttavia, l’allentamento dei blocchi nelle catene di approvvigionamento e il calo dei prezzi dell’energia verso la fine dell’anno dovrebbero aver dato un certo sostegno, insieme a un mercato del lavoro che non si è indebolito più di tanto.
Gli analisti si aspettano che la crescita rallenti a un tasso annualizzato del 2,6% dal 3,2% del terzo trimestre.
L’annuncio della Banca del Canada di voler “mettere in pausa” i rialzi dei tassi di interesse dopo l’aumento di 25 punti base di mercoledì ha sollevato la speculazione che Federal Reserve possa fare presto lo stesso.
I mercati prevedono una pausa simile da parte della Banca centrale sudafricana dopo la riunione di giovedì, in cui si prevede un aumento del tasso di riferimento di 50 punti base al 7,5%.
Sul fronte delle dichiarazioni calma piatta: i “periodi di silenzio” che precedono le riunioni delle banche centrali di Stati Uniti, zona euro e Regno Unito la prossima settimana assicurano che non ci siano commenti da parte dei funzionari delle banche centrali. Attualmente i mercati prevedono un ulteriore inasprimento di 100 punti base da parte della BCE nelle prossime due riunioni, mentre le prospettive per la Banca d’Inghilterra sono meno chiare, data la divisione in tre parti della decisione del Comitato di politica monetaria nell’ultima riunione.