di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Da un anno e mezzo il Parlamento non riesce ad eleggere tre giudici della Corte costituzionale per i quali occorre la maggioranza qualificata delle Camere riunite.
Ieri l'ennesima fumata nera con uno dei tre candidati, l'attuale presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella, i cui voti sono calati rispetto alla penultima votazione nella quale si era presentata la nuova terzina, che ha annunciato di ritirarsi dalla contesa.
Gli equilibri previsti dalla Costituzione sono garantisti e compensativi mentre le riforme introdotte negli ultimi vent'anni vanno verso una bipolarità e contrapposizione del sistema politico. Con le ultime elezioni si è arrivati a un sistema tripolare con successiva disgregazione del centrodestra, riequilibrio del centrosinistra e forte opposizione dei grillini.
Il dialogo fra queste forze è quasi impossibile. Si era già visto per l'elezione del capo dello Stato, fallita nel 2013 quando si dovette ripiegare sulla rielezione di Giorgio Napolitano, e riuscita il 3 febbraio scorso solo perché il meccanismo prevede che il quorum si abbassi alla maggioranza assoluta al quarto scrutinio.
Per la Consulta il quorum resta sempre dei due terzi: niente elezione senza accordo ampio. Il dialogo impossibile deve continuare mentre gli schieramenti litigano anche al loro interno, scossi pure dalla questione candidature per le comunali di primavera. Oggi si riprova per la ventinovesima volta.
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