Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro scende negli scambi della mattinata europea di questo mercoledì, restando vicino al minimo di due anni, nei dubbi per la ripresa economica USA mentre la Federal Reserve conclude il suo ultimo vertice di politica monetaria.
Alle 3 ET (07:00 GMT), l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,2% a 93,507, non lontano dal minimo di 93,448 che non si vedeva dal maggio 2018. Il dollaro continua a perdere terreno sia contro le valute rifugio che contro quelle legate al rischio: la coppia USD/JPY scende dello 0,1% a 104,97, il cambio GBP/USD va su dello 0,1% a 1,2946 e la coppia EUR/USD sale dello 0,3% a 1,1753.
La Federal Reserve concluderà i suoi due giorni di vertice questo mercoledì e probabilmente manterrà una posizione cauta quando annuncerà la politica monetaria nel corso della giornata, con molti dei funzionari che hanno fornito previsioni cupe nelle loro recenti comparizioni pubbliche.
Sebbene ci siano dei segnali che il coronavirus si sta riducendo in alcuni dei precedenti focolai, quattro stati USA nel sud e nell’ovest hanno riportato record giornalieri di vittime ieri, mentre il numero di casi a livello nazionale resta alto.
La riduzione della fiducia nella ripresa USA pesa sul dollaro. Non aiuta la sensazione di mancanza di unità tra i legislatori statunitensi, generando dubbi sulla tempistica del prossimo pacchetto di aiuti.
Alcuni Repubblicani al Senato USA si sono opposti alla proposta del loro stesso partito di un pacchetto da mille miliardi di dollari, mentre i Democratici chiedono aiuti maggiori.
“Resta poco chiaro quando e in che modo lo stimolo sarà approvato, con un possibile rinvio che mette in evidenza i rischi ribassisti per la ripresa economica USA (già colpita dall’aumento dei casi di Covid-19)”, scrivono gli analisti di ING in una nota. “Di conseguenza, le prospettive di una ripresa del dollaro USA più pronunciata e più duratura appaiono limitate, con il dollaro che resta in un trend ribassista strutturale, secondo noi”.
Tutto questo ha spinto Goldman Sachs (NYSE:GS) a suggerire che il dominio del dollaro come valuta di riserva mondiale ora è minacciato.
Il biglietto verde ha davanti numerosi rischi, scrive la banca di investimenti, tra cui il fatto che la Federal Reserve potrebbe spostarsi verso una “base inflazionaria”, l’aumento dell’incertezza politica, mentre l’incremento del debito in conseguenza della pandemia potrebbe scatenare i timori di una svalutazione.
“Cominciano ad emergere reali preoccupazioni sulla longevità del dollaro come valuta di riserva”, spiegano gli esperti di strategia di Goldman, in una nota pubblicata all’inizio della settimana.