Investing.com - I futures dell’oro sono in calo questo martedì, poiché sul metallo prezioso continuano a pesare le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse statunitensi nonché il rafforzamento del dollaro.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre si è attestato a 1.217,10 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea, in calo di 1,80 dollari dopo aver chiuso a 1.218,80 dollari ieri.
Supporto a 1.206,60 dollari, il minimo dal 25 settembre e resistenza a 1.232,70 dollari, il massimo dal 26 settembre.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a dicembre scende di 8,0 centesimi a 17,48 dollari l’oncia troy.
I futures dell’oro dovrebbero registrare un crollo dell’8,3% nel trimestre che si concluderà oggi, mentre il prezzo dell’argento è crollato del 17,1% rispetto alla fine di giugno, tra le speculazioni che il consolidamento della ripresa economica negli Stati Uniti possa spingere la Federal Reserve ad alzare i tassi prima e più velocemente del previsto.
L’oro e l’argento hanno degli alti costi di gestione e, in concomitanza all’aumento dei tassi di interesse, spesso non riescono a competere con gli investimenti ad alto rendimento.
Intanto, l’indice del dollaro è salito di quasi il 7% questo trimestre, il massimo dalla crisi finanziaria globale del 2008.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Il rame con consegna a dicembre è in calo di 0,3 centesimi a 3,053 dollari la libbra.
Il metallo industriale è sceso del 4,4% nel terzo trimestre tra i segnali che l’economia cinese possa aver perso lo slancio e per via del rafforzamento del dollaro che ha ridotto l’appeal delle materie prime espresse in dollari.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale.