Investing.com – L’euro è sceso al minimo di due giorni contro il dollaro USA questo martedì, in seguito ai dati USA che hanno spinto la domanda per il biglietto verde, mentre i timori sulla politica fiscale USA hanno colpito il sentimento dei mercati.
Nel la mattinata degli scambi USA il cambio EUR/USD ha toccato da 1,2923, il massimo dal 23 novembre, successivamente il cambio si è attestato a 1,2926, in calo dello 0,35%.
Supporto a 1,2869, minimo del 23 novembre e resistenza a 1,3009, massimo della seduta.
In un report il Dipartimento per il Commercio Statunitense hs dichiarato che gli ordinativi di beni durevoli - comprendenti i mezzi di trasporto - sono rimasti invariati ad ottobre, contro le aspettative di un calo dello 0,6%.
Gli ordinativi di beni durevoli che escludono i mezzi di trasporto, salito di un destagionalizzato 1,5% ad ottobre, contro le aspettative di un calo dello 0,5%.
Il sentimento dei mercati è migliorato dopo che i ministri delle finanze della zona euro, i rappresentanti della BCE e del FMI hanno trovato un accordo per ridurre il’obiettivo di riduzione del deficit di 40 miliardi a al 124% del PIL per il 2020.
Altre misure comprendono l’estensione della scadenza dei prestiti, un taglio dei tassi di interesse che la Grecia sta pagando sui prestiti dai partner internazionali, nonché una ristrutturazione del debito.
Atene riceverà una tranche di 34,4 miliardi di euro a dicembre, allentandi u timori su un default a breve termine ed un’uscita potenziale dalla zona euro.
Il Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha dichiarato che i ministri delle finanze della zona euro approveranno formalmente lo sblocco degli aiuti il 13 dicembre.
Tuttavia i market players sono rimasti cauti poiché gli ultimi accordi non offrono una soluzione definitiva alla crisi del debito della zona euro.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.
Nel la mattinata degli scambi USA il cambio EUR/USD ha toccato da 1,2923, il massimo dal 23 novembre, successivamente il cambio si è attestato a 1,2926, in calo dello 0,35%.
Supporto a 1,2869, minimo del 23 novembre e resistenza a 1,3009, massimo della seduta.
In un report il Dipartimento per il Commercio Statunitense hs dichiarato che gli ordinativi di beni durevoli - comprendenti i mezzi di trasporto - sono rimasti invariati ad ottobre, contro le aspettative di un calo dello 0,6%.
Gli ordinativi di beni durevoli che escludono i mezzi di trasporto, salito di un destagionalizzato 1,5% ad ottobre, contro le aspettative di un calo dello 0,5%.
Il sentimento dei mercati è migliorato dopo che i ministri delle finanze della zona euro, i rappresentanti della BCE e del FMI hanno trovato un accordo per ridurre il’obiettivo di riduzione del deficit di 40 miliardi a al 124% del PIL per il 2020.
Altre misure comprendono l’estensione della scadenza dei prestiti, un taglio dei tassi di interesse che la Grecia sta pagando sui prestiti dai partner internazionali, nonché una ristrutturazione del debito.
Atene riceverà una tranche di 34,4 miliardi di euro a dicembre, allentandi u timori su un default a breve termine ed un’uscita potenziale dalla zona euro.
Il Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha dichiarato che i ministri delle finanze della zona euro approveranno formalmente lo sblocco degli aiuti il 13 dicembre.
Tuttavia i market players sono rimasti cauti poiché gli ultimi accordi non offrono una soluzione definitiva alla crisi del debito della zona euro.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.