Investing.com - La sterlina tocca il minimo di sei anni contro il dollaro questo lunedì, mentre aumentano i timori per la possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (UE), la cosiddetta “Brexit”.
I timori sono aumentati questa mattina poiché il Regno Unito potrebbe votare per uscire dall’UE in occasione del referendum fissato per il 23 giugno.
Ieri, il sindaco di Londra Boris Johnson si è detto a favore della campagna per l’uscita, sferrando un duro colpo alla campagna “più forti insieme” del Primo Ministro David Cameron.
Inoltre, alcuni dei consiglieri di Cameron sarebbero contrari all’accordo raggiunto con l’UE la scorsa settimana.
Almeno dodici dei 20 membri del Business Advisory Group hanno rifiutato di firmare la lettera in cui si afferma che l’uscita del Regno Unito dall’UE metterebbe a rischio l’economia britannica, secondo fonti citate da Sky News.
L’agenzia di rating Moody’s Investors Service stamane ha dichiarato che è ancora presto per prevedere l’esito del referendum.
Kathrin Muehlbronner, vice presidente senior di Moody, ha dichiarato: “secondo noi, la decisione di lasciare l’UE sarebbe negativa per l’economia britannica”.
“Se la Gran Bretagna esce, il problema maggiore sarà per il paese, le imprese, gli imprenditori ed i cittadini”, ha spiegato Renzi.
Il cambio GBP/USD ha segnato il minimo di sei anni questo lunedì, crollando del 2,21% a 1,4087 alle 13:06 GMT, o alle 8:06 ET.
La coppia GBP/JPY crolla dell’1,68% a 159,54 mentre gli investitori preferiscono la valuta rifugio.
Intanto, il cambio EUR/GBP balza dell’1,24% a 0,7823.