Investing.com – Il dollaro USA è in calo contro lo yen questo lunedì, ma lo yen rimane sotto pressione in attesa delle prossime elezioni che potrebbero portare ad ulteriori politiche di stimolo monetario da parte della Banca del Giappone.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio USD/JPY ha toccato 82.27, nella mattinata europea, il minimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 82.31, in salita dello 0.19%.
Supporto a 82.03, minimo di venerdì e resistenza a 82.74, massimo di venerdì e degli ultimi sette mesi e mezzo.
Lo yen si è indebolito, nelle aspettative che le prossime elezioni del 16 dicembre risulteranno in un aumento della pressione politica sulla banca del Giappone affinché implementi una politica di stimolo monetario più aggressiva.
Venerdì il leader dell’opposizione Shinzo Abe, favorito alle prossime elezioni come nuovo Primo Ministro, ha confermato la sua posizione in favore di ulteriori allentamenti per la Banca del Giappone a sostegno della crescita.
Intanto gli investitori continueranno a seguire i negoziati in corso tra Democratici e Repubblicani per evitare il “precipizio fiscale” statunitense, i tagli alla spesa pubblica e gli aumenti delle tasse che dovrebbero entrare in vigore dal primo gennaio, se i decisori non riusciranno a trovare un accordo sulla riduzione del deficit di bilancio.
Lo yen si è attestato leggermente al di sopra del minimo di sette mesi contro l’Euro con EUR/JPY in salita dello 0.16% a 107.28.
Il sentimento dei mercati si è rafforzato a seguito dei dati finali presentati dalla HSBC Cinese sull’indice composito delle attività manifatturiere che si attesta al 50.5 a Novembre dal 49.5 di ottobre, segnale di una ripresa dell’attività economica.
I Ministri delle Finanze dell’Eurozona si incontreranno a Bruxelles per discutere i termini del nuovo pacchetto di aiuti concessi alla Grecia, a seguito del benestare del Parlamento tedesco di venerdì.
Inoltre l’ ISM (Institute of Supply Management) nel corso della giornata rilascerà un report sul settore manifatturiero negli USA.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio USD/JPY ha toccato 82.27, nella mattinata europea, il minimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 82.31, in salita dello 0.19%.
Supporto a 82.03, minimo di venerdì e resistenza a 82.74, massimo di venerdì e degli ultimi sette mesi e mezzo.
Lo yen si è indebolito, nelle aspettative che le prossime elezioni del 16 dicembre risulteranno in un aumento della pressione politica sulla banca del Giappone affinché implementi una politica di stimolo monetario più aggressiva.
Venerdì il leader dell’opposizione Shinzo Abe, favorito alle prossime elezioni come nuovo Primo Ministro, ha confermato la sua posizione in favore di ulteriori allentamenti per la Banca del Giappone a sostegno della crescita.
Intanto gli investitori continueranno a seguire i negoziati in corso tra Democratici e Repubblicani per evitare il “precipizio fiscale” statunitense, i tagli alla spesa pubblica e gli aumenti delle tasse che dovrebbero entrare in vigore dal primo gennaio, se i decisori non riusciranno a trovare un accordo sulla riduzione del deficit di bilancio.
Lo yen si è attestato leggermente al di sopra del minimo di sette mesi contro l’Euro con EUR/JPY in salita dello 0.16% a 107.28.
Il sentimento dei mercati si è rafforzato a seguito dei dati finali presentati dalla HSBC Cinese sull’indice composito delle attività manifatturiere che si attesta al 50.5 a Novembre dal 49.5 di ottobre, segnale di una ripresa dell’attività economica.
I Ministri delle Finanze dell’Eurozona si incontreranno a Bruxelles per discutere i termini del nuovo pacchetto di aiuti concessi alla Grecia, a seguito del benestare del Parlamento tedesco di venerdì.
Inoltre l’ ISM (Institute of Supply Management) nel corso della giornata rilascerà un report sul settore manifatturiero negli USA.