Investing.com - Il prezzo del greggio è stabile questo venerdì, mentre gli operatori continuano a monitorare gli sviluppi sull’accordo volto a ridurre la produzione; si attendono inoltre i dati relativi alle attività di estrazione di greggio negli USA.
Il greggio con consegna a febbraio sul New York Mercantile Exchange scende di 2 centesimi, o dello 0,04% a 53,74 dollari al barile alle 3:39AM ET (08:39GMT), dopo essere salito ieri di 50 centesimi o dello 0,9%.
Il Brent con consegna a marzo sull’ICE Futures Exchange di Londra è in calo di 4 centesimi, o dello 0,07%, a 56,85 dollari al barile. Ieri il greggio Brent è schizzato di 43 centesimi, o dello 0,8%.
I membri dell’OPEC ed 11 produttori non-OPEC, con a capo la Russia, hanno deciso di ridurre la produzione di quasi 1,8 milioni di barili al giorno a partire dal 1° gennaio 2017.
L’accordo, se implementato come previsto, dovrebbe ridurre la produzione del 2%. Ieri i prezzi sono saliti dopo la notizia secondo cui sarebbero partiti i tagli alla produzione in Arabia Saudita e ad Abu Dhabi, nell’ambito dell’accordo tra OPEC e paesi non-OPEC per ridurre l’eccesso di scorte.
Tuttavia, alcuni investitori restano scettici sull’effettiva implementazione dell’accordo.
Secondo alcuni analisti la recente impennata dei prezzi potrebbe incoraggiare i produttori di scisto a produrre di più, alimentando ulteriormente il problema dell’eccesso di scorte.
In considerazione di questo, gli occhi restano puntati sull’aumento dell’attività di estrazione negli USA.
Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito di 2 unità a 525, il nono aumento settimanale consecutivo ed il massimo di quasi un anno.