Investing.com - L’indice settimanale del sentimento di Investing.com pubblicato questo lunedì ha mostrato che le posizioni ribassiste sulla sterlina la scorsa settimana sono aumentate, in un clima di apprensione per la prospettiva che il Regno Unito possa uscire dall’Unione Europea.
Secondo il report, il 28,3% ha tenuto le posizioni lunghe sul cambio GBP/USD nella settimana terminata il 10 giugno, crollando rispetto al 38,1% della settimana precedente.
I timori per il referendum britannico del 23 giugno sull’Unione Europea si sono scatenati dopo i sondaggi del weekend che hanno mostrato un aumento dei favorevoli alla Brexit.
Intanto, il 22,8% degli investitori ha mantenuto le posizioni lunghe sul cambio EUR/USD la scorsa settimana, giù dal 32,5% della settimana prima.
Tra le valute rifugio, il 35,4% dei traders ha tenuto le posizioni lunghe sulla coppia USD/JPY rispetto al 50,6% della settimana precedente, mentre il 51,3% ha mantenuto le posizioni lunghe sulla coppia USD/CHF, su dal 45,9%.
Tra le valute legate alle materie prime, il 49,8% ha mantenuto posizioni lunghe sul cambio USD/CAD, su dal 41,0% della settimana precedente, il 38,4% ha mantenuto le posizioni lunghe sulla coppia AUD/USD, rispetto al 42,8% della settimana prima, mentre il 36,6% ha mantenuto le posizioni lunghe sul cambio NZD/USD, giù dal 38,4% della settimana precedente.
Dal report è emerso inoltre che il 57,8% dei traders ha mantenuto le posizioni lunghe sui futures dell’oro la scorsa settimana, in salita dal 55,9% della settimana prima.
Intanto, il 21,6% degli investitori ha mantenuto le posizioni lunghe sull’indice S&P 500, registrando un crollo rispetto al 32,1% della settimana precedente.
Una lettura tra il 50% ed il 70% è rialzista per lo strumento, una lettura tra 30% e 50% è ribassista, una lettura sopra il 70% indica condizioni di overbought ed una lettura sotto il 30% indica condizioni di oversold.
La serie di indici di Investing.com è sviluppata internamente. Ciascun indice misura l’esposizione generale alle principali coppie di valute, alle materie prime e agli indici, mediante l’uso dei dati sugli scambi di futures e OTC su tutte le posizioni aperte long e short.