UBS ha espresso cautela nei confronti del dollaro neozelandese (NZD), citando le difficili prospettive economiche e la potenziale sottoperformance rispetto alle altre principali valute.
La coppia NZD/USD è stata scambiata di recente all'interno di una fascia compresa tra 0,59 e 0,62, con i tassi di interesse relativamente alti della Nuova Zelanda che offrono un certo sostegno nonostante l'indebolimento dell'economia nazionale.
L'inflazione in Nuova Zelanda rimane elevata, influenzata da fattori quali l'aumento della disoccupazione, il calo della fiducia delle imprese e le continue pressioni sul costo della vita che incidono sulla spesa discrezionale.
Tuttavia, una leggera ripresa dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari rappresenta un potenziale rialzo delle previsioni del settore per gli anni 2024-2025.
La Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha mantenuto un atteggiamento da falco durante l'ultima riunione, sorprendendo i mercati con l'ipotesi di un rialzo dei tassi. La banca centrale ha anche corretto il suo tasso ufficiale di liquidità (OCR), lasciando intendere una maggiore probabilità di un ulteriore inasprimento monetario.
Tuttavia, il governatore della RBNZ Adrian Orr, in una recente intervista, ha sminuito le possibilità di un altro rialzo dei tassi finché le aspettative di inflazione rimarranno ancorate. Le previsioni a breve termine sull'indice dei prezzi al consumo (CPI) sono state riviste al rialzo e il previsto ritorno alla fascia di inflazione target dell'1-3% su base annua è stato posticipato al quarto trimestre del 2024, con una proiezione del 2,9% su base annua.
Le previsioni di crescita economica per il 2024 sono state ridotte allo 0,4% su base annua dal precedente 0,9%, con la stima di UBS ancora più bassa, pari allo 0,3%. Anche le previsioni per il 2025 sono state ridotte all'1,8% su base annua dal 2,5%.
L'annuncio del bilancio 2024 da parte del governo neozelandese ha sottolineato le sfide future, con aspettative di crescita più deboli e tagli fiscali che porteranno a un deficit previsto di 13,4 miliardi di NZD nell'anno fiscale 2025, pari al 3,1% del PIL, rispetto alla precedente previsione di un deficit di 6,1 miliardi di NZD.
UBS prevede un'ulteriore emissione di titoli di Stato, che potrebbe far salire i rendimenti oltre l'attuale previsione del 4% a 10 anni. Per quanto riguarda i tassi di interesse, UBS prevede un taglio di 25 punti base a novembre e una riduzione di 50 punti base a febbraio 2025, con un tasso terminale previsto al 3,25% entro il quarto trimestre del 2025, in calo rispetto all'attuale 5,5%.
Dal punto di vista degli investimenti, UBS prevede che il dollaro neozelandese rimarrà indietro rispetto alla maggior parte delle valute del G10 nei prossimi 12 mesi. Prevede inoltre un aumento della coppia AUD/NZD a circa 1,15 nello stesso periodo, suggerendo una posizione lunga se la coppia scende a circa 1,08 o meno.
Sebbene gli indicatori tecnici mostrino che il NZD si trova al limite superiore della sua fascia di forza relativa (RSI) e il momentum sia stato positivo, sembra che stia diminuendo. I rischi principali per le prospettive del cambio NZD/USD includono le potenziali mosse da falco della Federal Reserve statunitense, le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina e un inatteso rialzo dei tassi da parte della RBNZ.
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