Dopo la pausa estiva, per il Governo è tempo di tornare a Bruxelles e riavviare la discussione sulle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il primo incontro sarà quello tra il ministro per gli Affari Ue, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto e Celine Gauer, a capo della Task force europea sul Recovery, in programma lunedì 4 settembre a Palazzo Berlaymont.
Incassato il sì della Commissione dopo le lunghe trattative, nei prossimi giorni l’Unione europea dovrebbe finalmente dare all’Italia i 18,5 milioni della terza rata. Ora l’attenzione si sposta sulla quarta tranche di aiuti, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato altri 16,5 miliardi entro la fine dell’anno. In questo caso, la Commissione ha già approvato le modifiche apportate dal Governo che riguardano, tra le altre gli interventi di efficienza energetica nell'ambito del cosiddetto 'Superbonus', l'ampliamento e lo sviluppo delle strutture per l'infanzia, lo sviluppo dell'industria spaziale, dell'industria cinematografica (in particolare Cinecittà), la mobilità sostenibile, il potenziamento e la transizione verde del settore ferroviario, il sostegno alle attività di ricerca e sviluppo nel settore industriale, il sostegno finanziario alle imprese guidate da donne e la promozione del settore non profit nelle regioni meridionali.
“Il Governo Meloni ha presentato la proposta di modifica del Piano che vedrà nelle prossime giornate l’inizio del confronto con la Commissione, con spirito assolutamente costruttivo. L’Ue ha già approvato la nostra proposta di rivisitazione della terza rata e di modifica degli obiettivi della quarta. In questo modo otterremo i 35 miliardi al termine delle verifiche con la Commissione entro il 31 dicembre 2023”, ha spiegato Fitto il 3 settembre, nel corso del suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio.
“I dati che cominciano ad affluire sono positivi e confortanti, bisogna lavorare perché questi possano migliorare e la revisione del Piano è un elemento importante” ha aggiunto il ministro commentando il lavoro fatto dal governo che dei 350 progetti previsti inizialmente dal Pnrr ne ha rivisti 144.
Un percorso lungo e delicato per cui il confronto con Bruxelles deve essere costante. Anche se al momento l’Ue non ha sollevato particolari criticità sulle proposte di revisione presentate dal Governo, non c’è tempo da perdere: il 31 ottobre 2024, data di fine mandato per Ursula von der Leyen, si avvicina e le nuove elezioni potrebbero indurre la Commissione a cambiare atteggiamento di fronte a nuove richieste dell'Italia.
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