Negli Stati Uniti non avanzano i negoziati tra Stellantis NV (BIT:STLAM) e i sindacati, con i lavoratori che, visto l’avvicinarsi della scadenza del contratto, sarebbero pronti a scioperare. Allo stesso tempo, arrivano voci di un possibile interessamento del gruppo a dare vita con una casa automobilistica cinese per puntare sull’elettrico.
Il 14 settembre è prevista la scadenza del contratto, entro quella data, il sindacato United auto workers (Uaw) e i tre grandi produttori di auto di Detroit, Ford Motor Company (NYSE:F) e General Motors Company (NYSE:GM) oltre a Stellantis, dovranno trovare un accordo.
L’Uaw non sembra voler mollare la presa dopo aver chiesto aumenti salariali del 40% da raggiungere in quattro anni, ma anzi il capo del sindacato Shawn Fain si è lamentato della lentezza delle trattative e i lavoratori sono pronti a votare per indire uno sciopero.
A mettere particolarmente sotto pressione il gruppo guidato da Carlos Taveres sono paradossalmente gli ottimi risultati raggiunti. Stellantis nel 2022 ha fatto registrare un utile netto di 16,8 miliardi di dollari nel 2022, in aumento del 26% sull’anno precedente, una crescita consolidata nel primo trimestre 2023 con i ricavi saliti del 14% a 47,2 miliardi di euro. Un’ottimo andamento che, se da un lato spinge i sindacati a chiedere un aumento, dall’altro dà la possibilità all’azienda di investire sul futuro.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, infatti, Stellantis starebbe valutando la possibilità di aprire a un’alleanza per la costruzione di auto elettriche con l’azienda cinese Zhejiang Leapmotor Technologies, specializzata nel settore.
L'idea del gruppo con sede in Olanda sarebbe quella di espandere la propria presenza nel più grande mercato automobilistico del mondo.
Allo stesso modo, secondo Bloomberg anche la concorrente Volkswagen (ETR:VOWG) AG Vz (BIT:VOWG_p) avrebbe manifestato la volontà di allearsi con l’operatore cinese.
Al momento, sia Stellantis che Volkswagen non hanno rilasciato commenti e nemmeno Zhejiang Motor ha fornito conferme in merito alle indiscrezioni. L’agenzia newyorkese sottolinea, comunque, che le trattative sono ancora in corso e nessuna decisione sarebbe stata ancora presa.
Con la sua disponibilità di materie prime la Cina rappresenta un mercato fondamentale per tutte le grandi aziende automobilistiche. La casa svedese Volvo B (ST:VOLVb), ad esempio, nel 2016 ha stretto un accordo con Geely Auto Group, produttore di automobili cinese fondato nel 1997 e con sede a Hangzhou, per dare vita alle macchine elettriche Lynk & Co.
Dal canto suo, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, a luglio aveva affermato che, nonostante il freno di Pechino all’esportazione dei metalli necessari per la costruzione dei semiconduttori e dei veicoli elettrici, le aziende occidentali non avrebbero dovuto ridurre la propria esposizione alla Cina.
Del resto, in Cina Stellantis è già presente da anni. Risale al 2014 la joint-venture con Chongqing Changan Automobile Co Ltd (SZ:000625) per la produzione di automobili DS. C’è poi la Joint Venture con Dongfeng Motor Group (HK:0489) che ha portato alla produzione di veicoli a marchio Peugeot e Citroën, mentre quella datata luglio del 2022 con Gac (Guangzhou Automobile Group) serve a produrre in Cina vetture Jeep.