Investing.com – La prospettiva che la stretta monetaria abbia raggiunto il picco ha favorito il rally dei mercati azionari a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane. Rimangono tuttavia una serie di questioni aperte per gli investitori. “Innanzitutto il presidente Powell ha ribadito che, se necessario, la Fed potrebbe tornare ad aumentare i tassi d’interesse, una notizia di per sé non nuova ma che ha catturato l’attenzione degli operatori del reddito fisso”, fa notare Richard Flax che dal 2016 è direttore degli Investimenti di Moneyfarm.
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Rally dell’obbligazionario e volatilità: un caso più interessante dell’azionario
In secondo luogo, prosegue Flax, “l’asta di giovedì scorso dei titoli di Stato americani si è chiusa male per gli operatori e questo ha sollevato il dubbio che i rendimenti fossero scesi troppo”. Quest’ultimo episodio in realtà costituisce motivo di dibattito tra gli analisti. Alcuni sostengono che non sarebbe da imputare alla debolezza della domanda, “quanto piuttosto all’attacco informatico subito dal colosso bancario cinese Industrial and Commercial Bank of China (Icbc), che potrebbe aver compromesso la sua capacità di negoziazione dei titoli di Stato Usa”, evidenzia l’esperto mostrando come la discussione sui bond sia particolarmente accesa in questo momento.
“Si sente parlare più comunemente della volatilità dell’azionario, eppure la volatilità sul mercato obbligazionario è ancora più interessante. Come si nota dal grafico sotto, infatti, dopo il 2008 la volatilità dei titoli di stato americani (Stati Uniti 10 anni) è rimasta tendenzialmente bassa, ad eccezione di un rapido picco durante il periodo Covid”. Per Flax l’effetto è dovuto alla combinazione tra bassi livelli di inflazione e interventi di politica monetaria. “Lo dimostra il fatto che non appena l’inflazione è aumentata e le banche centrali hanno ridotto il loro intervento si è verificato un calo dei prezzi delle obbligazioni e un aumento della volatilità dell’obbligazionario”.
Fonte: Moneyfarm
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I tassi d’interesse sono vicini al picco
Secondo l’esperto, l’andamento della volatilità nel mercato obbligazionario dice molte cose su come vada costruito un portafoglio di investimento. “I titoli di Stato dovrebbero rappresentare investimenti relativamente sicuri ma, come abbiamo visto negli ultimi diciotto mesi, i loro prezzi possono oscillare anche parecchio. Questo ha reso le obbligazioni a breve più interessanti, ma per gestire il rischio complessivo di un portafoglio bisogna chiedersi se, con i tassi di interesse vicini al picco, sia corretto accordare una preferenza alle obbligazioni a breve dal momento che potremmo assistere a una riduzione della volatilità nell’obbligazionario”, spiega l’analista, convinto che la fine dei rialzi sia vicina.
“Noi crediamo che, nonostante i banchieri centrali siano cauti a dichiarare la vittoria sull’inflazione, i tassi di interesse siano vicini al loro picco e assisteremo a un calo della volatilità nel mercato obbligazionario rispetto ai livelli elevati di oggi”. Detto ciò, conclude Flax, “è bene ricordare che i tassi di interesse non sono l’unico fattore determinante: nei prossimi anni la politica fiscale sarà sempre più al centro dell’attenzione poiché i governi saranno chiamati a gestire il debito pubblico”.