BRUXELLES (Reuters) - La Gran Bretagna non necessita di un'ulteriore integrazione politica con il resto dell'Unione europea né i cittadini e le imprese britanniche possono essere discriminati perché usano la sterlina. E' quanto diranno i leader Ue al prossimo summit del 18 febbraio, secondo quanto si legge oggi in una bozza.
I leader dell'Unione europea cercheranno di placare i timori del primo ministro britannico David Cameron riguardo alle relazioni del suo Paese con l'Ue in vista di un referendum sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nell'Unione.
"E' riconosciuto che il Regno Unito, alla luce della specifica situazione che ha in base ai trattati Ue, non deve impegnarsi ad un'ulteriore integrazione politica nell'Unione", dice il draft visto da Reuters.
Secondo la bozza, il riferimento nei trattati ad una "sempre più stretta unione" non significa che la Gran Bretagna debba conferire in futuro maggiori poteri alle istituzioni europee.
La bozza sottolinea anche che la Gran Bretagna non deve abbandonare la sterlina e che non tutti i Paesi dell'Unione devono avere l'euro come valuta.
Nel draft si dice anche che tali asserzioni saranno inserite nei trattati Ue nella prossima revisione, ma questa frase è tra virgolette, segno che non è stata ancora oggetto di accordo e potrebbe essere rivista o rimossa.
In una lettera ai leader Ue, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk afferma che la proposta di una non ulteriore integrazione non garantisce a Londra il diritto di veto sulle decisioni.
Ambasciatori Ue si incontreranno venerdì per discutere la questione, ha detto Tusk.