ROMA (Reuters) - Dopo un negoziato durato mesi, Poste Italiane (MI:PST) e Cassa Depositi e Prestiti hanno firmato oggi la nuova convenzione sul risparmio postale per il triennio 2018-2020, che prevede per la società di Matteo Del Fante non più una remunerazione fissa, ma in funzione delle performance.
Una nota congiunta diffusa questa sera dice che a Poste andranno ogni anno tra 1,55 e 1,85 miliardi di euro, cifra "collegata al raggiungimento di obiettivi annuali di raccolta netta".
L'accordo siglato oggi al ministero del Tesoro, dopo il via libera dei entrambi i cda ieri, prevede una remunerazione mista commisurata in parte allo stock dei prodotti del Risparmio Postale (libretti e buoni) e in parte ai flussi annui di sottoscrizione dei buoni.
Nel 2016 Poste ha ottenuto 1,577 miliardi di euro grazie alla vendita di titoli di debito postali, stando al suo bilancio.
Cdp, che detiene il 35% di Poste, riteneva troppo alta la percentuale concessa per la vendita di buoni e libretti attraverso la pur capillare rete di uffici postali, secondo quanto riferito nei mesi scorsi da fonti a conoscenza del dossier.
Di qui la discussione per fissare nuovi criteri, anche perché nel frattempo pur se i titoli sono garantiti dallo Stato, il loro appeal presso i risparmiatori è in calo.
Buoni e libretti valgono complessivamente, secondo i dati al 30 settembre, 321 miliardi di euro - di cui 212 circa in buoni e la restante parte depositata su libretti - detenuti da circa 26 milioni di clienti.