“Il successo arriva solo a coloro che sono troppo determinati per fermarsi.” (Anonimo)
Borse in rialzo ma con qualche incertezza. I mercati azionari europei hanno chiuso la seduta di ieri in crescita, seguiti anche dagli Stati Uniti, dopo che l’indice S&P 500 ha interrotto una serie di sei settimane consecutive di guadagni. Il Nasdaq è vicino a un nuovo massimo storico, che sarebbe il primo dal 10 luglio. Le grandi aziende tecnologiche sono tutte in rialzo, mantenendo il mercato in positivo, anche se in un intervallo ristretto e con poche spinte. In campo energetico, il prezzo del petrolio ha subito un calo netto dopo che i raid israeliani in Iran nel fine settimana si sono limitati a obiettivi militari, evitando impianti petroliferi e nucleari. Tuttavia, la debolezza del petrolio non ha alleggerito i rendimenti dei Treasury, ancora in rialzo a causa delle preoccupazioni su crescita economica, politiche della Fed e dinamiche elettorali legate a temi fiscali e di immigrazione. Il Dallas Fed Index di ottobre ha infatti sorpreso in positivo, registrando la migliore lettura da aprile 2022 grazie all’indice di produzione più alto degli ultimi due anni, e con gli indici di produzione futura e di affari generali ai livelli più elevati da tre anni. Nei prossimi giorni sono attesi altri dati significativi: martedì saranno pubblicati i JOLTS sulle offerte di lavoro, l’indice Conference Board sulla fiducia dei consumatori e i prezzi delle abitazioni.
La BCE verso il target d’inflazione ma segnali di divergenze
Con l’inflazione vicina all’obiettivo del 2%, all’interno della Banca Centrale Europea (BCE) emergono opinioni contrastanti su possibili aggiustamenti dei tassi di interesse, rischi inflazionistici e politiche di inasprimento quantitativo. Le differenze emerse durante i recenti incontri globali a Washington sottolineano le sfide per una decisione a dicembre, con alcuni funzionari favorevoli a ritocchi graduali di 25 punti base, mentre altri spingono per riduzioni più consistenti in risposta al rallentamento economico. I dati PMI della scorsa settimana evidenziano un indebolimento del mercato del lavoro, con la Germania a livelli paragonabili a quelli visti durante la pandemia e la crisi finanziaria globale. Tuttavia, Société Générale (EPA:SOGN) prevede una ripresa della crescita nei prossimi mesi, smorzando le aspettative di un ulteriore allentamento da parte della BCE, supportate dal miglioramento del Bank Lending Survey di ottobre e dalle stime del PIL Q3 di circa 0,3%, leggermente superiori alla previsione della BCE.
Risultati delle big tech in arrivo: attese sfide e prospettive AI
Questa settimana, le principali aziende tecnologiche pubblicheranno i risultati trimestrali: oggi tocca ad Alphabet (NASDAQ:GOOGL) , Meta e Microsoft (NASDAQ:MSFT) mercoledì, Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN) giovedì. È atteso il tasso di crescita degli utili per azione più lento degli ultimi sei trimestri, riflettendo un sentiment sempre più contenuto. Tuttavia, secondo Goldman Sachs (NYSE:GS), le valutazioni forward P/E delle big tech sono scese di circa 2 volte dal picco di metà luglio, e il rapporto netto di allocazioni è ben al di sotto dei livelli registrati nei trimestri precedenti. L’intelligenza artificiale sarà il tema centrale, con un’attenzione particolare ai ricavi di Google Search, al settore pubblicitario di Meta e alla domanda di cloud. È atteso un rallentamento dei costi di spesa in conto capitale, con una crescita stimata tra il 10% e il 30% per il 2025, rispetto al 40-60% del 2024. Tuttavia, Bank of America (NYSE:BAC) evidenzia che i CEO delle big tech vedono nella riduzione degli investimenti il rischio maggiore, continuando a considerare l’AI come un volano per il mercato complessivo.
Borse in rialzo ma con qualche incertezza. I mercati azionari europei hanno chiuso la seduta di ieri in crescita, seguiti anche dagli Stati Uniti, dopo che l’indice S&P 500 ha interrotto una serie di sei settimane consecutive di guadagni. Il Nasdaq è vicino a un nuovo massimo storico, che sarebbe il primo dal 10 luglio. Le grandi aziende tecnologiche sono tutte in rialzo, mantenendo il mercato in positivo, anche se in un intervallo ristretto e con poche spinte. In campo energetico, il prezzo del petrolio ha subito un calo netto dopo che i raid israeliani in Iran nel fine settimana si sono limitati a obiettivi militari, evitando impianti petroliferi e nucleari. Tuttavia, la debolezza del petrolio non ha alleggerito i rendimenti dei Treasury, ancora in rialzo a causa delle preoccupazioni su crescita economica, politiche della Fed e dinamiche elettorali legate a temi fiscali e di immigrazione. Il Dallas Fed Index di ottobre ha infatti sorpreso in positivo, registrando la migliore lettura da aprile 2022 grazie all’indice di produzione più alto degli ultimi due anni, e con gli indici di produzione futura e di affari generali ai livelli più elevati da tre anni. Nei prossimi giorni sono attesi altri dati significativi: martedì saranno pubblicati i JOLTS sulle offerte di lavoro, l’indice Conference Board sulla fiducia dei consumatori e i prezzi delle abitazioni.
La BCE verso il target d’inflazione ma segnali di divergenze
Con l’inflazione vicina all’obiettivo del 2%, all’interno della Banca Centrale Europea (BCE) emergono opinioni contrastanti su possibili aggiustamenti dei tassi di interesse, rischi inflazionistici e politiche di inasprimento quantitativo. Le differenze emerse durante i recenti incontri globali a Washington sottolineano le sfide per una decisione a dicembre, con alcuni funzionari favorevoli a ritocchi graduali di 25 punti base, mentre altri spingono per riduzioni più consistenti in risposta al rallentamento economico. I dati PMI della scorsa settimana evidenziano un indebolimento del mercato del lavoro, con la Germania a livelli paragonabili a quelli visti durante la pandemia e la crisi finanziaria globale. Tuttavia, Société Générale (EPA:SOGN) prevede una ripresa della crescita nei prossimi mesi, smorzando le aspettative di un ulteriore allentamento da parte della BCE, supportate dal miglioramento del Bank Lending Survey di ottobre e dalle stime del PIL Q3 di circa 0,3%, leggermente superiori alla previsione della BCE.
Risultati delle big tech in arrivo: attese sfide e prospettive AI
Questa settimana, le principali aziende tecnologiche pubblicheranno i risultati trimestrali: oggi tocca ad Alphabet (NASDAQ:GOOGL) , Meta e Microsoft (NASDAQ:MSFT) mercoledì, Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN) giovedì. È atteso il tasso di crescita degli utili per azione più lento degli ultimi sei trimestri, riflettendo un sentiment sempre più contenuto. Tuttavia, secondo Goldman Sachs (NYSE:GS), le valutazioni forward P/E delle big tech sono scese di circa 2 volte dal picco di metà luglio, e il rapporto netto di allocazioni è ben al di sotto dei livelli registrati nei trimestri precedenti. L’intelligenza artificiale sarà il tema centrale, con un’attenzione particolare ai ricavi di Google Search, al settore pubblicitario di Meta e alla domanda di cloud. È atteso un rallentamento dei costi di spesa in conto capitale, con una crescita stimata tra il 10% e il 30% per il 2025, rispetto al 40-60% del 2024. Tuttavia, Bank of America (NYSE:BAC) evidenzia che i CEO delle big tech vedono nella riduzione degli investimenti il rischio maggiore, continuando a considerare l’AI come un volano per il mercato complessivo.