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Amazon delude, problemi in Cina per Apple: che fine hanno fatto le FAANG?

Pubblicato 29.04.2022, 08:49
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Di Alessandro Albano 

Investing.com - Aprile non è certo un mese positivo per le equity. Nonostante il rally di giovedì, lo S&P 500 ha perso oltre il 7% (-11% da inizio anno) e il Nasdaq ha ceduto il 12% (-18% YtD), con l'inflazione, l’aumento dei tassi d’interesse, le tensioni geopolitiche e le sfide alla crescita globale legate agli ultimi lockdown in Cina che stanno pesando molto sul sentiment di mercato.

Gli investitori avevano puntato molto sulle trimestrali delle big tech per il giro di boa dei mercati azionari. Quest'anno, tuttavia, le aspettative per i conti delle grandi società che hanno guidato il mercato nel biennio pandemico sono state in gran parte deluse, aumentando i timori di un 'bear market' prolungato. Il FANG+ Index, paniere che replica l'andamento dei cosiddetti titoli FAANG, sta registrando un ribasso del 28% da inizio gennaio.  

"I mercati sono colpiti da guerre, inflazione, rallentamenti, surriscaldamento delle economie, interruzioni della catena di approvvigionamento, carenza di energia e mosse di politica monetaria. Gran parte delle rotazioni è dovuta al fatto che gli inverstitori stanno realizzando che, dopo oltre un decennio, il rubinetto del QE delle banche centrali non è illimitato", scrive in una nota il senior analyst di Oanda Jeffrey Halley. 

Delusione Amazon (NASDAQ:AMZN)

La società guidata da Andy Jessy ha registrato la prima perdita trimestrale dal 2015, pari a 3,8 miliardi di dollari totali e ad un EPS di -$7,56, a causa degli effetti negativi dell'investimento in Rivian (NASDAQ:RIVN), il produttore di veicoli elettrici definita in passato come la nuova Tesla (NASDAQ:TSLA), ma che da inizio anno ha perso il 69% di market cap. 

I ricavi sono saliti del 7% a 116,4 miliardi di dollari, in deciso rallentamento rispetto al +44% del Q1 2021, in quanto la pandemia e la guerra in Ucraina "hanno portato una crescita e sfide inusuali", ha affermato l'Ad. In forte ribasso le stime per il trimestre attuale, con i ricavi previsti in rallentamento i 116 e i 121 miliardi. Stime alla base del crollo del titolo nel dopo mercato di giovedì, con il titolo in calo del 15% ad aprile. 

Problemi in Cina per Apple (NASDAQ:AAPL)

I ricavi della società di Cupertino sono saliti del 9% a 94,9 miliardi di dollari, 4 miliardi più del previsto, ma la società ha stimato effetti negativi dalla supply china di 4/8 miliardi nel secondo trimestre in termini di vendite, principalmente per i lockdown in Cina, una previsione che ha causato calo del titolo nell'after market (-9% nel mese di aprile). 

"Il trimestre passato è un testamento alla nostra attenzione senza sosta nell'innovazione e nell'abilita' di creare i prodotti e i servizi migliori al mondo", ha detto afferma l'Ad Tim Cook, precisando che Apple "non è immune ai problemi delle catene di approvvigionamento". 

Netflix (NASDAQ:NFLX) peggio di tutte 

Dopo aver riportato il primo calo degli abbonati in oltre 10 anni e aver previsto una diminuzione di 2 milioni di nuove utenze nel trimestre corrente, il titolo Netflix (NASDAQ:NFLX) ha di fatto eroso tutti i progressi fatti durante la pandemia ed è tornata alle valutazioni del settembre 2019 (-35% a $226,19), 'bruciando" circa $53 miliardi di capitalizzazione (la peggiore seduta dal 2004 secondo i dati Bloomberg). Il titolo ha perso il 50% del proprio valore negli ultimi 30 giorni. 

Google resiste? 

Con Meta (NASDAQ:FB) che ha sorpreso ampiamente le attese degli analisti dopo un terribile quarto trimestre che aveva provato un forte sell-off sul titolo, secondo diversi analisti il titolo FAANG al momento più sicuro è Alphabet (NASDAQ:GOOGL).

La madre di Google ha infatti registrato ricavi e utili per $ 75,30 miliardi e $ 30,69 per azione, battendo le stime di Wall Street rispettivamente del +5% e +13%, con numeri forti sono anche dall'attività pubblicitaria dell'azienda e dal segmento Google Cloud cresciuti rispettivamente del 36% e del 45% a/a. Bene anche il fronte liquidità, con flusso di cassa in aumento del 56% nei 12 mesi del 2021 (67 miliardi di dollari)

Secondo un'analisi pubblicata sito Nasdaq da Luke Meindl, Alphabet offre agli investitori "il mix perfetto di stabilità e crescita", ed è scambiata "a 22 volte gli utili, ben al di sotto del suo multiplo P/E di cinque anni di 32". E nonostante una crescita superiore ai peers FAANG, Google offre "un discount price maggiore".  

Prima del crash di Netflix, il P/E medio tra le FAANG era 29, il che significa che Alphabet veniva scambiato "con uno sconto del 25% rispetto alle colleghe, mentre ora il rapporto prezzo-utili del gruppo FAANG è 26, oltre il 15% in più rispetto ad Alphabet". In genere, prosegue l'analisi, "il mercato ci impone di pagare un prezzo più alto per le aziende a crescita più elevata. Ma nel caso di Alphabet, ci viene offerta la migliore crescita a uno dei prezzi più bassi, rendendo questa una decisione semplice per gli investitori".

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