Rally in Borsa per il titolo UBI Banca (MI:UBI) dopo la conclusione dell'Opas di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) ieri che ha raggiunto adesioni pari al 90,2%, determinando così le condizioni per il lancio dell'Opa residuale e conseguente delisting del titolo della banca con sede a Bergamo.
Secondo i trader, il balzo odierno è comunque da attribuire a "un fattore tecnico legato a ricoperture di chi ha ancora posizioni corte che devono essere chiuse sul mercato".
Intorno alle 10,50 Ubi balza del 10,8% a 3,79 euro, mentre Intesa SP cresce dell'1,4% a 1,76 euro.
Il broker Equita nel daily rileva che "il raggiungimento della quota del 90% determina il delisting del titolo Ubi dato che Intesa non ne ripristinerà il flottante: Intesa si è però impegnata ad acquistare i titoli non consegnati alle stesse condizioni dell'offerta (17 azioni Intesa ogni 10 Ubi oltre a 0,57 cash) oppure di liquidare i soci (ad un prezzo di circa 3,50 euro)".
Equita aggiunge che "in caso di adesioni all'Opa residuale al 95%, Intesa avrà il diritto di acquistare i titoli rimanenti, condizione che potrebbe ulteriormente accelerare la fusione rispetto alla tempistica originaria con beneficio in termini di phasing del raggiungimento delle sinergie da costo".
Fidentiis scrive "che con il 90% del capitale in mano può delistare Ubi e trarre il massimo dalle sinergie da subito è questo è di gran lungo meglio delle attese. Il deconsolidamento degli sportelli a Bper (MI:EMII) e Unipol (MI:UNPI) può procedere in un modo molto semplice. L'Opa residuale con carta o in contanti può costare a Intesa fino a 400 milioni che è 10 punti base di Cet 1, un impatto marginale se si considerano le sinergie che Intesa potrà sviluppare integrando Ubi banca".
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(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)