Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

Attesa per Draghi, dazi, Pil e caso Siri: troppo per le banche italiane

Pubblicato 08.05.2019, 12:53
© Reuters.  Attesa per Draghi, dazi, Pil e caso Siri: troppo per le banche italiane
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Di Mauro Speranza

Investing.com - Giornata debole a Piazza Affari con il Ftse Mib che peggiora e cede oltre lo 0,50%, con l’indice finanziario FTSE Italia All Share Banks, in flessione di quasi l’1%.

Sono attese oggi per le 13:30 le parole di Mario Draghi che potrebbero lanciari segnali sulle future scelte della Banca centrale europea. Secondo alcuni analisti, il dato positivo sulla produzione industriale tedesca di marzo, potrebbe rendere difficile l’ottenere un forte TLTRO il prossimo 6 giugno, quando si riunirà il board della BCE.

Incertezze che stanno facendo salire lo spread, di nuovo sopra quota 270 punti, ai massimi da febbraio, mentre il tasso del decennale del Btp sale al 2,64%.

Permangono i dubbi provenienti dalla guerra dei dazi tra USA e Cina, mentre ulteriore debolezza arriva dalla situazione politica in Italia, con il caso Siri in Consiglio dei Ministri, dopo che ieri la Commissione europea aveva ridotto le previsioni di crescita sull’Italia e il deficit/PIL ben superiore al 3% per il 2020 nel caso di mancata applicazione delle clausole di salvaguardia

A Milano, intanto, rosso generale tra le banche italiane, particolarmente sensibili al tema TLTRO.

Banca IFIS (MI:IF) e FinecoBank (MI:FBK) cedono quasi il 3%, seguite da Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), Banca Generali (MI:GASI) e Bper Banca (MI:EMII) a -1%.

Resiste in verde Banco Bpm (MI:BAMI) nonostante le perdite a metà mattinata. In attesa della diffusione dei conti trimestrali che avverrà a mercato chiuso, ieri si era dimesso il dg Faroni, già sospeso dall’istituto a causa dello scandalo diamanti. Le dimissioni sono arrivate “per giusta causa essendo venuto meno da parte mia il rapporto di fiducia”, ha spiegato l’ex dg.

Il consensus degli analisti stima per l'istituto un utile netto di 144,3 milioni da 223 milioni del primo trimestre 2018, su ricavi visti in calo del 4% a circa 1,12 miliardi.

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