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Petrolio in salita, l’Arabia Saudita interrompe i dialoghi con il Qatar

Pubblicato 05.06.2017, 08:51
Aggiornato 05.06.2017, 10:35
© Reuters.  Petrolio in salita, l’Arabia Saudita interrompe i dialoghi con il Qatar
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Investing.com - Il prezzo del greggio è schizzato negli scambi della mattinata europea di questo lunedì dopo che l’Arabia Saudita ed altri tre paesi hanno interrotto i rapporti diplomatici con il Qatar, una decisione che ha alimentato i timori sull’instabilità geopolitica nel Medio Oriente.

Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna a luglio è salito di 52 centesimi, o dell’1,1%, a 48,18 dollari al barile alle 2:50AM ET (06:50GMT).

Intanto, il greggio Brent con consegna ad agosto sull’ICE Futures Exchange di Londra sale di 56 centesimi a 50,51 dollari al barile.

Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno interrotto i rapporti diplomatici con il Qatar questo lunedì, accusando il paese di favorire il terrorismo; si è trattato di un’azione senza precedenti tra i membri più potenti del Consiglio di cooperazione del Golfo.

Questa azione coordinata mette sotto i riflettori il discutibile supporto del Qatar alla Fratellanza Islamica, il più antico movimento islamico, e interessa alcuni dei maggiori produttori di petrolio e gas.

Il Qatar, membro dell’OPEC, è il principale produttore di gas naturale liquefatto (LNG) ed uno dei principali produttori di condensato, un carburante liquido a bassa densità e dei derivati dalla raffinazione del gas naturale.

Questa interruzione dei rapporti tra Doha e gli alleati più vicini potrebbe avere delle ripercussioni in tutto il Medio Oriente, in quanto i paesi del Golfo hanno utilizzato il loro potere finanziario e politico per influenzare gli eventi in Libia, Egitto, Siria, Iraq e Yemen.

Gli operatori seguono con apprensione le tensioni nel Medio Oriente in quanto si temono interruzioni delle forniture dall’area.

Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito per la ventesima settimana consecutiva, la serie di aumenti più lunga, indicando che si attendono ulteriori aumenti della produzione.

Il totale è salito di 11 unità, a quota 733, il massimo dall’aprile del 2015.

Il numero degli impianti USA è in salita da 20 settimane consecutive al massimo dall’aprile del 2015, segnale che sono possibili nuovi aumenti della produzione nazionale.

Il mese scorso l’OPEC e altri 11 produttori tra cui la Russia hanno accettato di prolungare i tagli alla produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno fino al marzo 2018.

Finora, l’accordo sui tagli alla produzione ha avuto poco impatto sui livelli delle scorte globali, per via dell’aumento della produzione da parte dei produttori che non prendono parte all’accordo, come la Libia e la Nigeria e dell’incremento della produzione di petrolio da scisto USA.

Intanto, sul Nymex i future della benzina con consegna a luglio sono in salita di 0,7 centesimi o dello 0,5%, a 1,581 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento con consegna a luglio sale di 0,8 centesimi a 1,493 dollari al gallone.

I future del gas naturale con consegna a luglio sono in salita di 3,1 centesimi a 3,030 dollari per milione di BTU.

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