Di Mauro Speranza
Investing.com - Le parole “dovish” di ieri di Jerome Powell arrivate nella giornata di ieri mandano a picco i titoli bancari europei. Powell, infatti, ha affermato che la Federal Reserve non aumenterà i tassi di interesse negli USA nel corso di quest’anno.
La Fed ha anche annunciato la fine della riduzione del suo vasto portafoglio di asset a fine settembre, iniziando già da maggio. Inoltre, l'istituto americano ha ridotto le sue proiezioni di crescita del Pil Usa per il 2019, portandono al +2,1% rispetto al precedente +2,3%.
La reazione del settore bancario statunitense è stata immediata, con un calo dei finanziari arrivato al 2%, annullando ogni possibilità di recupero, spiega spiega José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets. “Il tono molto più ‘dovish’ del previsto, infatti, abbassa il loro margine di business” e la cautela di questa Fed sta danneggiando le banche perché i tassi più bassi riducono il loro già ristretto margine d'affari", aggiunge lo stesso Cárpatos.
L’indice bancario europeo, lo STOXX Banks EUR Price perde oltre l’1%, guidato dalla coppia tedesca Deutsche Bank (DE:DBKGn) e Commerzbank (DE:CBKG) che cedono oltre il 3%, dopo i rally arrivati dalla possibile fusione. Seguono le spagnole Sabadell (MC:SABE), Caixabank (MC:CABK) e Bankia (MC:BKIA) con flessioni intorno al 2%, a cui si aggiunge il calo dell’1% di Bankinter (MC:BKT), Santander (MC:SAN), BBVA (MC:BBVA) e della francese BNP Paribas (PA:BNPP).
Più moderata la flessione delle banche italiane, con l’indice FTSE Italia All Share Banks che perde lo 0,40%, anche se resta in controtendenza rispetto al Ftse Mib. Tra i peggiori troviamo Ubi Banca (MI:UBI), Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Unicredit (MI:CRDI), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), Bper Banca (MI:EMII), Mediobanca (MI:MDBI) e Banco Bpm (MI:BAMI).
La debolezza degli istituti Usa, dunque, si è sparso in Europa. Il calo “era prevedibile a causa del contagio arrivato dalle banche americane”, conclude Cárpatos.