LONDRA (Reuters) - L'agenzia del farmaco britannica ha detto che chiunque abbia una storia clinica di anafilassi a medicinali o cibo non dovrebbe sottoporsi al vaccino Pfizer-BioNTech contro il Covid-19, fornendo così indicazioni più complete rispetto ad un precedente avviso sulle reazioni allergiche al vaccino.
Dando priorità agli anziani e ai lavoratori in prima linea per l'emergenza sanitaria, la Gran Bretagna ha dato il via martedì alla vaccinazione di massa della popolazione, parte di un'iniziativa che verrà implementata a livello globale e che si scontra con una delle maggiori sfide logistiche della storia in tempo di pace.
La Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (Mhra) ha detto che ci sono state due segnalazioni di anafilassi e una segnalazione di una possibile reazione allergica dall'inizio della campagna vaccinale.
"Chiunque abbia una storia clinica di reazioni allergiche a un vaccino, a una medicina o a un cibo non dovrebbe ricevere il vaccino Pfizer (NYSE:PFE) BioNTech", ha detto in un comunicato il direttore generale del Mhra, June Raine.
"La maggior parte delle persone non avrà anafilassi e i benefici nel proteggere contro il Covid-19 superano i rischi... Si può stare certi che questo vaccino ha soddisfatto i solidi standard di sicurezza, qualità ed efficacia dell'Mhra", ha aggiunto Raine.
L'anafilassi è una reazione del sistema immunitario dell'organismo, che il Servizio Sanitario Nazionale descrive come grave e che talvolta può mettere a rischio la vita.
Le indicazioni più complete, che chiariscono che il rischio principale del vaccino è dovuto in particolare all'anafilassi, è stata pubblicata dopo aver consultato esperti in materia di allergie. L'Mhra aveva inizialmente consigliato a chiunque avesse una storia di "reazioni allergiche significative" di non ricevere l'iniezione.
Pfizer e BioNTech hanno detto di essere a favore dell'indagine dell'Mhra.
La scorsa settimana, l'agenzia britannica è stata la prima al mondo ad approvare il vaccino sviluppato dalla tedesca BioNTech e da Pfizer, mentre la Food and Drug Administration (Fda) statunitense e l'Agenzia europea del farmaco (Ema) continuano a valutare i dati.
(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)