13 luglio (Reuters) - Le borse asiatiche continuano a riprendere fiato, tranne Shanghai, spinte dai guadagni di Wall Street sulle attese di risultati societari forti, ma all'orizzonte si prospetta un inasprimento del contenzioso commerciale fra Stati Uniti e Cina dopo che a giugno l'export cinese con l'America ha fatto registrare un surplus record.
L'indice MSCI (MIAPJ0000PUS) guadagna intorno alle 8,15 italiane lo 0,58%.
La borsa di TOKYO (N225) ha chiuso in rialzo dell'1,85%, dopo aver superato il 2% in corso di seduta.
Gli analisti hanno calcolato che nel secondo trimestre del 2018 le società dell'indice S&P 500 hanno messo a segno utili in crescita del 21% rispetto allo stesso periodo del 2017.
In giugno il surplus commerciale cinese con gli Stati Uniti ha raggiunto la cifra record di 28,97 miliardi, il massimo di sempre secondo i dati Reuters. Il dato offre un segnale positivo per l'economia cinese, ma allo stesso tempo anche potenzialmente un nuovo argomento per il presidente Usa Trump per inasprire la guerra commerciale contro Pechino. [nL8N1U90ZH]
Il 6 luglio sono diventati efficaci i dazi del 25% sull'import di alcuni prodotti cinesi per un ammontare di 34 miliardi di dollari. Gli Usa martedì hanno minacciato una nuova tornata di dazi per un ammontare di 200 miliardi sull'import dalla Cina che colpirebbe anche molti generi di largo consumo.
SHANGHAI (SSEC) e HONG KONG (HSI) si muovono in direzioni opposte: flette la prima mentre cresce la seconda. Sul continente però l'indice delle blue-chip è positivo. A Hong Kong Prada (HK:1913) è piatta.
A SIDNEY (AXJO) il mercato è appena sopra la parità appesantito dal comporto bancario e dai titoli delle società che producono beni per la salute. Toniche le società minerarie grazie alla ripresa dei prezzi delle materie prime.
SINGAPORE (STI), SEUL (KS11) e TAIWAN (TWII) sono tutte in territorio positivo e le ultime due viaggiano sopra l'1%.
Il futures sul petrolio americano (CLc1) viene scambiato a 70,37 dollari praticamente piatto, in corso di seduta. Il future sul Brent (LCOc1) viene trattato a 74,26, in calo dello 0,26%.
Il dollaro, mentre l'euro flette (EUR=), è sempre tonico rispetto allo yen <JPY=> e viene scambiato a 112,67, vicino ai massimo di gennaio. Il biglietto verde è in lieve crescita (DXY) rispetto al paniere delle sei principali valute.
Il prezzo del rame scambiato al LME , visto come un barometro della congiuntura mondiale per via dell'ampio utilizzo, oggi flette dello 0,36% a 6.205,50 dollari la tonnellata.