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Borse Europa, Stoxx 600 sfiora minimi di sei settimane per tensioni geopolitiche

Pubblicato 16.04.2024, 12:33
© Reuters. Il grafico dell'indice azionario tedesco DAX alla borsa di Francoforte, Germania, 15 aprile 2024. REUTERS/Staff
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(Reuters) - Le borse europee calano a ridosso dei minimi di quasi sei settimane, mentre gli investitori evitano gli asset rischiosi a causa delle tensioni in Medio Oriente.

Alle 11,30 l'indice paneuropeo STOXX 600 scende dell'1,4%, trascinato da un calo del 3% nelle risorse di base. L'indice principale si avvia verso la peggiore giornata in quasi nove mesi.

Gli indici principali di Germania, Francia, Italia e Spagna cedono tra lo 0,7% e l'1,7%, in un'atmosfera di rischio globale in attesa della risposta di Israele al primo attacco diretto dell'Iran contro il Paese.

Ericsson balza del 6,3% in cima all'indice di riferimento dopo che l'utile adjusted del primo trimestre della multinazionale svedese ha inaspettatamente battuto le aspettative del mercato.

Denaro anche su Naturgy che strappa del 6,6% dopo che un documento ha affermato che Taqa di Abu Dhabi è in trattativa con la holding spagnola Criteria per una potenziale acquisizione della società energetica spagnola.

Topdanmark guadagna il 4,6% dopo che la compagnia assicurativa danese ha registrato risultati trimestrali superiori alle aspettative e ha alzato la propria guidance di utili di circa l'8%.

Bene anche Fresenius che avanza del 3,2%, in cima al DAX dopo che il gruppo operante nel settore sanitario ha lanciato negli Stati Uniti la sua formulazione endovenosa di tocilizumab per il trattamento di malattie autoimmuni croniche.

© Reuters. Il grafico dell'indice azionario tedesco DAX alla borsa di Francoforte, Germania, 15 aprile 2024. REUTERS/Staff

Voestalpine perde invece il 6,4% dopo che JpMorgan ha declassato l'azienda austriaca nel ramo della siderurgia a "underweight" da "neutral".

Anglo American (JO:AGLJ) e Rio Tinto (LON:RIO) cedono rispettivamente il 3,5% e il 2,6%, a causa dell'indebolimento dei prezzi dei metalli non ferrosi, mentre il rafforzamento del dollaro ha reso i metalli di base più costosi per i possessori di altre valute.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Stefano Bernabei)

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