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Borse europee positive; Adidas prevede spinta vendite da crescita cinese

Pubblicato 09.03.2022, 10:30
© Reuters.
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Di Peter Nurse 

Investing.com - Positivi i listini europei questo mercoledì, in ripresa dalle brusche perdite segnate dall’inizio del conflitto russo-ucraino, mentre i riflettori sono puntati sulla riunione di questa settimana della Banca Centrale Europea.

Alle 4:10 ET (09:10 GMT), l’indice DAX in Germania rimbalza del 3,7%, il francese CAC 40 schizza del 3,5% e l’indice britannico FTSE 100 è in salita dell’1,7%.

I mercati azionari europei sono stati colpiti pesantemente dall’invasione russa dell’Ucraina, con le relative sanzioni occidentali che hanno spinto i prezzi delle materie prime a livelli record: i prezzi del petrolio, in particolare, sono andati alle stelle nei timori di un’interruzione delle forniture.

L’annuncio di ieri secondo cui gli Stati Uniti vieteranno le importazioni petrolifere russe ha alimentato la volatilità e il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, Fatih Birol, questo mercoledì ha affermato che l’agenzia è pronta a portare più petrolio sui mercati rendendo disponibili ulteriori scorte e che adotterà un piano d’azione per “ridurre in fretta il consumo di petrolio”.

Gli investitori hanno deciso di approfittare di questi ribassi comprando alcuni titoli fortemente scontati in vista della riunione di domani della Banca Centrale Europea, mentre lo spettro della stagflazione fa aumentare le aspettative che i policymaker possano decidere di rinviare gli aumenti dei tassi a fine anno.

Tra le notizie sulle aziende, Adidas (LON:0OLD) segna un’impennata dell’8%: la società tedesca di abbigliamento sportivo ha previsto un aumento delle vendite dell’11-13% per il 2022, con la ripresa delle sue attività cinesi che compenserà di gran lunga i 250 milioni di euro (273 milioni di dollari) che si aspetta di perdere dallo stop delle operazioni in Russia.

I prezzi del petrolio salgono ancora, estendendo il recente rally che li ha fatti schizzare di oltre il 30% da quando la Russia, il secondo maggiore esportatore mondiale, ha invaso l’Ucraina. Le nazioni stanno cercando disperatamente altre fonti di petrolio, tra l’aumento delle sanzioni su Mosca ed i timori di ulteriori sconvolgimenti delle forniture.

I guadagni sono stati in parte limitati dalla notizia che le scorte di greggio USA sono salite di 2,8 milioni di barili nella settimana terminata il 4 marzo, secondo i dati di ieri dell’American Petroleum Institute, contro le previsioni di un calo. Questo suggerisce che i consumatori stanno reagendo all’impennata dei prezzi alle colonnine riducendo i viaggi.

Alle 4:10 ET, i future del greggio USA salgono dell’1% a 124,99 dollari al barile, mentre il contratto del Brent segna +1,4% a 129,84 dollari. Entrambi i riferimenti hanno toccato i massimi dal luglio 2008 lunedì, con il Brent a 139,13 dollari al barile ed il WTI a 130,50 dollari.

Inoltre, i future dell’oro sono in calo dello 0,1% a 2.041,90 dollari l’oncia, mentre la coppia EUR/USD si attesta a 1,0955, su dello 0,5%.

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