Investing.com - I titoli azionari cinesi registrano un forte crollo questo martedì, con l’indice Shanghai Composite giù di oltre il 6%, in seguito all’ondata di vendite scatenatasi sulla scia dell’intensificarsi dei timori per la crescita globale e dal calo del prezzo del greggio.
L’indice Shanghai Composite ha chiuso con un crollo del 6,42% al minimo di 13 mesi di 2.749,51, la discesa è accelerata nell’ultima ora di scambi, mentre l’indice CSI 300, un riferimento per i titoli blue chip di Shangai e Shenzen è crollato del 6% a 2.940,51. A mezzogiorno, entrambi gli indici sono crollati di circa il 2%. Si tratta del crollo giornaliero peggiore da quello del 7% registrato il 7 gennaio.
La notizia che la Banca Popolare Cinese ha condotto la maggiore operazione giornaliera di apertura dei mercati in tre anni non è riuscita ad incoraggiare il sentimento; la banca centrale ha immesso 360 miliardi di yuan sui mercati monetari in vista del Capodanno Lunare che avrà inizio il 7 febbraio.
Gli investitori restano cauti per via delle forti uscite di capitale e di un ulteriore indebolimento dello yuan (USD/CNY).
Il resto dei mercati asiatici ha chiuso in rosso, poiché il prezzo del greggio è tornato sotto i 30 dollari al barile. L’indice nipponico Nikkei 225 è crollato del 2,35%, mentre i mercati ad Hong Kong ed in Corea del Sud hanno registrato crolli rispettivamente del 2,4% e dell’1,15%.
Il prezzo del greggio ha ripreso a scendere in un clima di apprensione per l’eccesso delle scorte globali e per un calo della domanda. Il crollo del prezzo del greggio, che si è ridotto di oltre il 70% dal massimo del 2014, ha pesato sulla propensione al rischio, facendo crollare i titoli azionari globali dall’inizio dell’anno.
Gli investitori seguiranno con particolare attenzione la dichiarazione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per domani, per capire se la banca sia intenzionata a rallentare l’aumento dei tassi di interesse quest’anno.