Di Alessandro Albano
Investing.com - Evergrande (HK:3333) è crollato del 4% sulla Borsa di Hong Kong con minimi visti oltre il -13%, dopo la forte crisi di solvibilità che ha colpito il secondo operatore immobiliare cinese, preoccupando il governo e gli investitori internazionali. Nell'ultimo mese il titolo ha perso oltre il 30% del suo valore, e circa l'80% di capitalizzazione nell'ultimo semestre.
Il gruppo ha in pancia circa 305 miliardi di dollari di passività che potrebbero non essere restituite ai creditori, secondo quanto riferito da Bloomberg questa settimana, con la società che presenta una forte crisi di liquidità che non le permetterebbe di ripagare non solo gli interessi ma anche il valore del capitale.
Diversi agenzie di rating sono già intervenute tagliando il rating sul debito, e facendo schizzare i rendimenti dei bond di Evergrande . Standard and Poor's, per esempio, ha rivisto il giudizio sul debito senior a CCC da CC, citando le preoccupazioni sulla solvibilità del colosso immobiliare.
Intanto, Pechino, ha convocato i principali istituti di credito di Evergrande per invitarli ad estendere le scadenze su prestiti e interessi, facendo intendere ad un possibile aiuto da parte dello Stato.
Too big to fail?
Il collasso del gigante immobiliare potrebbe avere un effetto domino non solo nel sistema finanziario cinese, ma anche in quello internazionale, visto che i maggiori creditori sono due importanti asset manager come Amundi (PA:AMUN) (il più grande gestore patrimoniale d'Europa) e UBS Group (SIX:UBSG).
Secondo i dati Reuters, il gestore francese è il maggiore detentore complessivo delle obbligazioni internazionali di Evergrande, anche se, per l'agenzia di stampa, è possibile che ne abbia ceduto una parte. Il gruppo con sede a Parigi dovrebbe avere circa $93 milioni di un'obbligazione da 625 milioni in scadenza nel giugno 2025, mentre il gigante svizzero ha in bilancio un bond da 85 milioni.
La società cinese dovrebbe pagare $83,5 milioni di interessi il 23 settembre per un'obbligazione con maturity al marzo 2022, con altri coupon da $47,5 milioni che scadono il prossimo 29 settembre all'interno di un prestito al marzo 2024. Se non venissero ripagati entro 30 giorni, i bond verranno considerati insolvibili.
La debacle di Evergrande, che ha più di 1.300 progetti immobiliari in oltre 280 città, ha riacceso il dibattito nato durante la crisi Lehman Brothers con le "big 4" statunitense, e cioè se la società sia "troppo grande per fallire". Tuttavia, secondo il quotidiano Global Times, principale megafono dello stato cinese, l'operatore immobiliare "non dovrebbe scommettere su un salvataggio del governo partendo dal presupposto che sia too big to fail".
"Con 300 miliardi di dollari di debiti, un crollo di Evergrande potrebbe essere sufficiente anche per fermare la mano della Fed, tali sono le onde d'urto più che potrebbe causare", ha scritto in una nota il senior analyst di Oanda Jeffrey Halley.
Per l'esperto, Pechino avvierà "una sorta di salvataggio che interesserà debito e scambi azionari", motivo peri il quale la Cina "ha iniettato oggi CNY 90 miliardi netti attraverso nel mercato dei pronti contro termine per calmare i nervi".
"La situazione di Evergrande si sta avviando verso una conclusione, con interessanti sviluppi che potrebbero arrivare fine settimana", ha aggiunto.