MARINA DI PIETRASANTA (Lucca) (Reuters) - La Società Editoriale Il Fatto, a cui fa capo il Fatto Quotidiano, punta ad approdare sull'Aim di Borsa Italiana entro l'anno, quotando fino al 25% del capitale, corrispondente alla quota di azioni proprie detenute dal gruppo a seguito dell'acquisto di partecipazioni detenute da alcuni soci negli anni passati.
E' quanto spiegato a Reuters dall'AD Cinzia Monteverdi, in un'intervista a margine della festa del Fatto alla Versiliana, sottolineando che l'obiettivo è raccogliere intorno a 10 milioni.
"Entro l'anno completiamo il percorso. A settembre si definisce la struttura dell'operazione, stiamo aspettando la certificazione della semestrale e poi decidiamo", ha risposto l'AD a una domanda sui tempi dell'Ipo.
Anche se i dettagli dell'operazione non sono ancora stati definiti, Monteverdi ha sottolineato: "Ci immaginiamo di non quotare più della componente di azioni proprie", quindi un massimo del 25,5%. Il corposo pacchetto di azioni proprie deriva dalle azioni comprate negli ultimi due anni dagli azionisti che volevano uscire in parte o in toto, ha spiegato ancora l'AD.
L'azionariato della Società Editoriale Il Fatto vede come primo azionista la stessa Monteverdi con il 16,26% del capitale. Una quota uguale è detenuta da Antonio Padellaro, seguito da Chiare Lettere ed Edima con l'11,34% ciascuno, da Francesco Aliberti con il 7,35%, da Marco Travaglio con il 4,88%, da Peter Gomez con il 3,25% e da Marco Lillo con il 2,44%.
"Ipotizziamo una raccolta attorno a dieci milioni", ha proseguito l'AD, sottolineando che l'obiettivo è la diversificazione del business.
"Quattro anni fa abbiamo fatto un percorso di analisi della quotazione e poi ci siamo fermati perché il mercato editoriale scricchiolava un po' e volevamo avviare il processo di diversificazione, che adesso è al centro della nostra strategia, senza far rischiare eccessivamente gli azionisti. Ora ci quotiamo per dare modo a nuovi azionisti, anche retail, di entrare e perché al centro della nostra strategia c'è la produzione televisiva che richiede maggiori capitali", ha spiegato Monteverdi.
"Siamo nati nove anni fa con soltanto il giornale, oggi ci presentiamo come una holding con tutta una serie di rami di produzione e diversi marchi, copriamo dai libri alla tv. Siamo cresciuti attraverso la diversificazione della produzione e del target e vogliamo continuare così".
La società ha chiuso il 2017 con un fatturato di 26,1 milioni, un Ebitda di circa 2,4 milioni e una liquidità pari a 6,7 milioni.
Il risultato netto pari è stato pari a 618 mila euro.
A maggio l'assemblea ha deliberato di distribuire 2 milioni di utile, attingendo anche alla riserva straordinaria per circa 928 mila euro e all'intero importo degli utili portati a nuovo per circa 454 mila euro.