FRANCOFORTE (Reuters) - La Federal Reserve e la Banca centrale europea potrebbero tagliare fino al 90% della liquidità iniettata nel sistema bancario negli ultimi dieci anni, ora che l'inflazione e i tassi di interesse elevati rendono superflua la liquidità extra.
È quanto evidenzia un paper redatto da un'economista della Fed.
Le due banche centrali hanno alzato i tassi di interesse a ritmo sostenuto per combattere l'inflazione e hanno rallentato il ritmo dei massicci acquisti di obbligazioni, che avevano riempito le banche di liquidità quando la crescita dei prezzi era lenta e i costi di finanziamento già a zero.
Il paper, che sarà presentato ai principali banchieri centrali la prossima settimana in occasione dell'incontro annuale della Bce in Portogallo, si interroga sulla quantità di liquidità che la Fed e la Bce dovrebbero mantenere nel sistema bancario per soddisfare la domanda di riserve, ora che lo stimolo monetario non è più necessario.
L'autrice dello studio, Annette Vissing-Jorgensen, consulente senior del Federal Reserve Board, prevede che la Fed possa ridurre le riserve totali dagli attuali 6.000 miliardi di dollari a una cifra compresa tra i 600 e i 3.300 miliardi di dollari, a seconda che, in cambio, accetti titoli di Stato statunitensi o asset meno ambiti.
I Treasury statunitensi e i Bund tedeschi, per via della loro appetibilità in termini di liquidità e sicurezza, sono meno soggetti a scambi con i depositi della banca centrale.
Allo stesso modo, la Bce potrebbe ridurre la propria offerta di liquidità dagli attuali 4.100 miliardi di euro a soli 521 miliardi di euro, se accettasse solo Bund, o a 1.400 miliardi di euro in cambio di altri asset.
Nessuno dei due scenari è del tutto plausibile nel breve periodo, poiché sia la Fed che la Bce hanno in bilancio un mix di titoli di Stato e altri tipi di debito.
L'articolo si concentra esclusivamente sulla domanda e sull'offerta di riserve e sulla convenienza relativa degli asset ricevuti in cambio dalle banche centrali.
Tuttavia, non prende in considerazione altre variabili: la Bce sta ad esempio iniziando a discutere se cambiare l'attuale indirizzo, in base al quale le riserve sono ingenti e i costi dei prestito per le banche sono fissati al tasso di interesse che la banca centrale paga sui depositi.
Inoltre, l'articolo non tiene conto dei potenziali effetti collaterali di un bilancio consistente, come la crescita dei prezzi di alcuni asset finanziari o l'indebolimento dell'incentivo per i governi a condurre una sana politica fiscale.
"Considero le mie stime come un punto di riferimento dal quale i responsabili delle politiche possono aumentare o diminuire le dimensioni del bilancio a seconda dell'importanza di altri fattori", ha sottolineato l'autrice Vissing-Jorgensen.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)