Di Peter Nurse
Investing.com - Il prezzo del greggio è in calo negli scambi di questo venerdì, tra la decisione della Cina di non impostare un obiettivo di crescita economica e l’aumento della possibilità di una guerra commerciale.
At 9 AM ET (1300 GMT), i future del Brent sono scesi del 3,9% a 32,59 dollari al barile, mentre i future del greggio WTI USA sono scesi del 3,9% a 34,65 dollari.
Oggi ha avuto inizio il Congresso della Repubblica Popolare cinese con un ritardo di due mesi a causa del blocco per il COVID-19, e per la prima volta in 30 anni non è stato fissato alcun obiettivo di crescita.
Il fatto che la Cina abbia deciso di non impostare un obiettivo di crescita “potrebbe essere interpretato come un minore interesse sugli investimenti nelle infrastrutture e potrebbe essere considerato negativo per il petrolio”, ha dichiarato a Reuters Stephen Innes, responsabile dei mercati globali presso AxiCorp.
“Il mercato delle materie prime, in generale, si aspetta una spinta dal Congresso cinese, dunque questa decisione sarà un fattore di delusione”.
Ma non è l’unica notizia che arriva oggi da Pechino. La Cina ha infatti annunciato di imporre una legge di sicurezza nazionale ad Hong Kong, una decisione che riaccende le tensioni con l’occidente e con gli USA in particolare.
Il Presidente Donald Trump ha minacciato delle ripercussione se i privilegi di Honk Kong dovessero cessare. Che tipo di ripercussioni non ci è dato saperlo, ma solo a gennaio le due maggiori potenze mondiali hanno firmato un accordo commerciale che indicava la fine di una costosa guerra commerciale. L’accordo ora sembra minacciato.
Queste notizie hanno fatto passare in secondo piano la ripresa di quasi l’80% registrata dal petrolio questo mese.
Si prevede un aumento della domanda di benzina negli USA, visto che sempre più stati stanno allentando le restrizioni ed il prossimo weekend del Memorial Day darà il via al periodo dei maggiori spostamenti in auto nel paese.
Oggi alle 1:00 PM ET (17:00 GMT) Baker Hughes rilascerà i dati sui pozzi petroliferi attivi negli USA. Il dato sarà particolarmente interessante visto che i prezzi stanno raggiungendo livelli che potrebbero spingere le aziende a riprendere la produzione.
La scorsa settimana il numero degli impianti attivi è crollato a 258 dai 292 della settimana precedente.