Investing.com -- I titoli azionari statunitensi iniziano la settimana al ribasso, dopo che venerdì scorso Moody's Investors Service ha sollevato dubbi sulle prospettive di credito degli Stati Uniti, citando la polarizzazione politica e la spesa federale.
Alle 15:36 italiane, il Dow Jones Industrial Average era in discesa di 67 punti o dello 0,2%, mentre lo S&P 500 era in calo dello 0,4% e il NASDAQ Composite dello 0,5%.
Gli indici azionari di riferimento hanno chiuso in rialzo venerdì, spinti dai titoli tecnologici e di crescita, mentre i rendimenti del Tesoro si sono calmati, facendo sì che il tech-heavy Nasdaq registrasse il più grande aumento percentuale in un giorno dal 26 maggio.
Il Nasdaq Composite è salito del 2,4% la scorsa settimana, l'indice è salito dell'1,3% e lo S&P il Dow a 30 titoli è salito dello 0,7%.
Moody's taglia l'outlook del rating del credito statunitense
L'agenzia di rating Moody's (NYSE:MCO) ha modificato venerdì scorso le prospettive sul rating del credito degli Stati Uniti, portandole a "negative" da "stabili", pur confermando il rating a lungo termine "Aaa".
"In un contesto di tassi d'interesse più elevati, in assenza di efficaci misure di politica fiscale volte a ridurre la spesa pubblica o ad aumentare le entrate", ha dichiarato l'agenzia. "Moody's prevede che i deficit fiscali degli Stati Uniti rimarranno molto elevati, indebolendo significativamente la sostenibilità del debito".
La spesa pubblica e le fratture della politica si sono dimostrate una preoccupazione crescente per gli investitori, contribuendo a un crollo che ha portato i prezzi dei titoli di Stato statunitensi ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni.
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La pubblicazione dell'IPC incombe
A contribuire al rangebound trading è anche l'avvicinarsi dei dati prezzo al consumo di martedì, che forniranno un aggiornamento sui progressi della Fed nella sua battaglia contro l'aumento dei prezzi.
Si prevede che l'inflazione sia aumentata dello 0,1% su base mensile e del 3,3% su base annuale. L'IPC di settembre è aumentato dello 0,4% a causa di un'impennata a sorpresa dei costi di affitto, in crescita del 3,7% anno su anno, ma ha anche mostrato una moderazione delle pressioni inflazionistiche sottostanti.
Sebbene ciò suggerisca un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche, la scorsa settimana il presidente della Fed Jerome Powell ha lasciato intendere che la battaglia contro l'inflazione potrebbe non essere ancora finita e che è possibile un ulteriore aumento dei tassi di interesse, opinione ampiamente sostenuta da una serie di suoi colleghi nel corso della settimana.
I grandi distributori rivelano gli utili
La stagione degli utili si sta avvicinando alla fine, ma questa settimana diversi rivenditori di grandi dimensioni presenteranno i loro ultimi risultati trimestrali.
Home Depot (NYSE:HD) presenterà i risultati prima della campanella d'apertura di martedì, seguita da Target (NYSE:TGT) mercoledì, mentre i risultati di Walmart (NYSE:WMT) e Macy's (NYSE:M) sono previsti per giovedì.
Le indicazioni dei dirigenti del commercio al dettaglio in vista dell'importante stagione dello shopping natalizio saranno probabilmente al centro dell'attenzione.
Il petrolio si avvia verso un'altra settimana di perdite
I prezzi del petrolio sono saliti lunedì, tentando di rimbalzare dopo le forti perdite della scorsa settimana, alla luce delle persistenti preoccupazioni per il rallentamento della domanda globale, in particolare da parte della Cina, il più grande importatore mondiale di crude oil.
Entrambi i benchmark hanno registrato guadagni venerdì, ma hanno comunque perso circa il 4% nella settimana, registrando la terza perdita settimanale per la prima volta da maggio.
(Peter Nurse e Oliver Gray hanno contribuito a questo articolo).