Di Yasin Ebrahim
Investing.com - Il Dow ha chiuso in salita per il terzo giorno consecutivo martedì, mentre gli investitori continuano a seguire gli utili trimestrali di questa stagione in corso.
Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato lo 0,3%, pari a 104 punti, il S&P 500 è sceso dello 0,1% e il Nasdaq Composite ha chiuso in ribasso dello 0,27%.
I titoli industriali hanno segnato i maggiori rialzi; l’azienda produttrice di autocarri PACCAR (NASDAQ:PCAR), ha registrato un’impennata dell’8% dopo aver riportato risultati trimestrali che hanno superato le attese.
Anche le società del settore della difesa, tra cui Raytheon Technologies Corp (NYSE:RTX) e Lockheed Martin Corporation (NYSE:LMT), hanno sostenuto i guadagni del settore dopo utili trimestrali superiori alle attese.
L’azienda produttrice di materiali 3M Company (NYSE:MMM), uno dei principali componenti del Dow, è crollata di oltre il 6% dopo utili trimestrali deludenti e l’annuncio di 2.500 licenziamenti a causa del rallentamento della domanda.
I titoli tecnologici sono rimasti pressoché invariati: i guadagni di Apple (NASDAQ:AAPL) sono stati compensati da un’oscillazione di Alphabet (NASDAQ:GOOGL), che ha subito un ulteriore controllo da parte delle autorità.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa contro Google, sostenendo che il gigante dei motori di ricerca ha violato le leggi antitrust abusando del suo monopolio nella tecnologia pubblicitaria.
I titoli dei chip hanno ceduto alcuni guadagni rispetto al giorno precedente a causa delle difficoltà di Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD), che è stata declassata da Bernstein a market perform da outperform, citando la debolezza del mercato dei personal computer e dei nuovi componenti.
Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT), che ha chiuso la giornata appena sotto la parità, è salita dopo che gli utili hanno superato le stime di Wall Street grazie alla crescita del suo ramo cloud.
Tra le notizie legate ai meme, Bed Bath & Beyond (NASDAQ:BBBY) ha registrato un rialzo di oltre il 15%, anche se si pensa che il rivenditore sia sull’orlo della bancarotta.